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A Milano si parla di automobili al #ForumAutomotive

Al #ForumAutomotive che si è tenuto ieri e oggi a Milano è intervenuto anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il quale, dialogando con la filiera italiana, dagli importatori dui autoveicoli alle officine, dalle associazioni dei concessionari fino all’Automobile Club italiano, ha tracciato un’idea chiara degli interventi che sarebbe opportuno fare per migliorare la situazione del comparto italiano. Rimane infatti un divario tra Italia e resto d’Europa riguardo la fiscalità delle flotte aziendali, per le quali gli operatori chiedono da tempo la deducibilità dell’Iva.

IL DOCUMENTO

#FORUMAutoMotive.pdf

Il ministro ha quindi ricordato che il problema italiano è il grande divario tra nord e sud, laddove a Milano una Euro5 diesel non può circolare mentre al sud la quantità di automezzi Euro 0, 1 e 2 è ancora elevata. Servirebbe quindi una politica che incentivi la rottamazione anche in favore dell’usato, idea non nuova ma mai messa in pratica. Pichetto Fratin non è un “anti auto elettriche” e per primo ha esortato a non cadere nel concetto di “derby all’italiana”, ma ha confermato che il governo aprirà alla data di stop ai motori endotermici soltanto se saranno accettate le richieste di includere i carburanti e-fuel proposti dalla Germania e quella italiana per i biocarburanti, in modo da garantire la sopravvivenza dei motori endotermici anche dopo la data del 2035. Ma si tratterà di un provvedimento destinato a essere integrato con la possibilità di utilizzare qualsiasi altra tecnologia a base o nulle emissioni, a cominciare dall’idrogeno. “Dobbiamo avere il tempo di accompagnare il nostro sistema produttivo nella transizione”, ha confermato il ministro “abbiamo un sistema produttivo con diverse centinaia di migliaia di lavoratori che deve essere accompagnato, e un sistema distributivo che dovrà essere totalmente reimpostato. Stupisce fra l'altro la retromarcia espressa da Frans Timmermans rispetto al futuro solo elettrico”. L’evento milanese rappresenta un momento particolarmente importante per poter far dialogare tra loro le varie anime del settore automotive italiano, che secondo le cifre diffuse più recentemente coinvolgerebbe 280.000 lavoratori.

Riguardo ai motivi che hanno portato l’Italia a essere l’unica nazione europea nella quale il 2022 si è chiuso con un calo delle vendite di auto a batteria, le motivazioni sono da ricercare essenzialmente nei costi troppo elevati delle vetture, nella difficoltà di rifornimento e anche nella mancanza di modelli di segmento A e B, i più ricercati in Italia, poiché il mercato delle elettriche ha finora privilegiato i modelli premium e la fascia medio alta di prodotti. Sul fronte dell’usato, i rappresentanti della filiera dei concessionari hanno fatto notare come nel 2035, ovvero tra dodici anni, probabilmente a essere molto svalutate saranno le prime generazioni di auto elettriche, per le quali dovranno essere prodotte batterie da sostituire. A stupire è in particolare l’aumento del prezzo medio delle vetture, passato da 24.500 euro a 38.000, un vero salasso che impedisce a chi possiede auto o mezzi commerciali ormai del tutto svalutati, tipicamente oltre i vent’anni, di sostituirli. Interessanti e coerenti con quanto detto al Forum le cifre pubblicate da AlixPartners e relative all’evoluzione dei costi e dell’uso di materiali definiti “terre rare” per segmento di mercato. Insomma, mai come prima d’ora, il futuro dell’automotive italiano è nelle nostre mani, o per meglio dire in quelle del Governo. Ed ora che in Europa le posizioni sono chiare, serve infatti fare e urgentemente a partire dal rivedere completamente il meccanismo degli incentivi, rivelatosi poco funzionale.