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Accordo sindacati-Provincia per gli arretrati e firmato un protocollo d'intesa sul comparto sanità

TRENTO. Accordo tra sindacati e Provincia per la chiusura della parte economica del contratto 2019/2021 per il personale del comparto sanità – area delle categorie dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari. Firmato anche il protocollo d'intesa per l'area delle categorie. Il via libera è arrivato da Cisl Fp e Uil Fpl, Nursing up e Fenalt, mentre la Funzione pubblica della Cgil ha dato semaforo verde per gli arretrati ma è "No" all’accordo politico.

Chiusa la parte economica del contratto 2019/21. "Arriveranno gli arretrati tanto attesi - dicono Giuseppe Pallanch (Cisl Fp), Giuseppe Varagone (Uil Fpl), Cesare Hoffer (Nursing up) e Paolo Panebianco (Fenalt) - un giusto e dovuto riconoscimento ai lavoratori della sanità che vivono una situazione difficilissima. Inoltre vengono stanziate le indennità: infermieristica, tutela del malato e pronto soccorso, con i relativi arretrati. Quest’ultima, grazie al nostro lavoro congiunto, viene riconosciuta per un importo di 130 euro mensili, non solo in base alla presenza, ma anche all’assegnazione del professionista all’Unità operativa. Grande è la soddisfazione di tutti noi nell’essere riusciti a portare ai lavoratori, dopo alcune non semplici traversie, i riconoscimenti che erano dovuti e che purtroppo aspettavano da tempo".

Presenti per piazza Dante l’assessora Stefania Segnana, accompagnata dal dirigente generale del dipartimento salute, Giancarlo Ruscitti, dal dirigente generale del Dipartimento organizzazione e personale, Luca Comper, e dai funzionari del Dipartimento.

"Abbiamo lavorato per superare le divergenze e trovare punti di raccordo con i rappresentanti delle diverse sigle sindacali su aspetti fondamentali per continuare a garantire servizi qualificati e efficienti ai cittadini in ambito sanitario. C’è soddisfazione - commenta Segnana – per questo passaggio che contribuisce a riconoscere la professionalità e il ruolo all’interno della comunità trentina del personale che lavora nella sanità. La sottoscrizione dell’accordo è la conclusione di un percorso che va a dare il giusto riconoscimento a queste donne e a questi uomini ai quali va anche la nostra gratitudine. Le cifre disponibili, tanto per gli arretrati stipendiali che per le indennità, sono importanti e confermano l’attenzione che riserviamo al settore".

Dopo la manifestazione unitaria delle parti sociali dell'11 novembre, i sindacati avevano evidenziato davanti al palazzo della Provincia il disagio della sanità. Nelle scorse ore c'è stato un confronto serrato tra sindacati e piazza Dante. A seguito di una contrattazione non facile ma è stata sbloccata la parte economica del contratto 2019/21 e c'è stata la formulazione di un protocollo di intesa.

"La Provincia si impegna a impartire delle direttive entro 90 giorni per dare il via alla formulazione del nuovo ordinamento - aggiungono Pallanch, Varagone, Hoffer e Panebianco - a questo scopo saranno destinati 1 milione e in aggiunta lo 0,9% del monte salari lordo dipendente corrispondente a ulteriori 2.200.000 di euro; impartire entro 90 giorni direttive per l’Apran per erogare, sotto forma di una tantum, ai dipendenti 5.000.000 di euro derivanti dalle economie aziendali". 

Altro impegno assunto dalla Provincia riguarda la possibilità di riportare all’interno dell’azienda sanitaria i servizi sanitari e di supporto tecnico-economali/manutenzione attualmente esternalizzati, anche secondo quanto sarà previsto dal piano triennale del fabbisogno del personale. È stato poi concordato di riprendere la valutazione e la revisione delle norme che regolano il part time e la conciliazione vita lavoro per i dipendenti del comparto.

L’interlocuzione tra le parti prosegue, sulla base del confronto delle reciproche istanze e rappresenta un punto importante che segue la firma dell’accordo economico relativo agli arretrati stipendiali avvenuto nella mattinata di ieri, rispetto al quale i rappresentanti dei lavoratori confermano il loro impegno a non intraprendere azioni conflittuali.

"Si apre ora un percorso di risoluzione degli enormi problemi per migliorare la qualità di vita e la conciliazione lavoro famiglia - proseguono Pallanch, Varagone, Hoffer e Panebianco - in un comparto a prevalenza di lavoratori del sesso femminile, a valorizzare professionalità, nell’ottica di sviluppare maggior attrattività tramite la revisione dell’ordinamento professionale. Ci aspetta quindi un orizzonte di lavoro nella parte giuridica del contratto, che individui formule formule di aiuto per i dipendenti, sicuramente una grande sfida per tutti noi. Abbiamo inoltre rilanciato la necessità di rendere disponibili nel prossimo assestamento di bilancio le risorse per il nuovo contratto 2022/24".

A non firmare il protocollo d'intesa la Fp Cgil. "Un documento che, condivisibile nelle premesse che riportano in parte le richieste avanzate unitariamente, non recepisce il perno delle istanze che provengono dall’Area del personale non dirigenziale. Il testo pone un limite alle risorse per il finanziamento della revisione dell’Ordinamento professionale (0,9% del monte salari a circa 2,3 milioni, più 1 milione nella Legge di Bilancio in discussione, complessivamente 477 euro circa pro-capite) che giudichiamo insufficiente. Poi non si rifinanzia il fondo per le progressioni: si tratta di una scelta grave già sperimentata negativamente in Trentino", conclude Luigi Diaspro, segretario della funzione pubblica del sindacato di via Muredei.