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Al Politeama c’è sino a sabato “Ciò che vide il maggiordomo”, risate assicurate per un’ora e mezza.

Una cosa è certa: se volete ridere, ridere e ridere (e in questo periodo ce ne è veramente bisogno!) come poche volte nella vita non dovete perdervi “Ciò che vide il maggiordomo”.

Due sere di programmazione (va in scena da martedi 7 febbraio) ed è già un travolgente successo.

Parliamo di “Ciò che vide il maggiordomo” di Joe Orton, il nuovo spettacolo che la The Kitchen Company porta sino a sabato 11 febbraio al Politeama Genovese, sotto l’egida del Teatro Nazionale di Genova.

Il testo è stato scritto tra il 1966 e il 1967 ma Orton non la vide mai messa in scena. La prima rappresentazione si tenne a Londra due anni più tardi e subì enormi tagli da parte della censura dell’epoca. In questa commedia Orton non fu molto tenero con il Governo inglese e con il modo di pensare di una certa borghesia poco illuminata e retrograda.

Chi ha già visto lo spettacolo, curato dall’attenta regia di Massimo Chiesa (foto in alto a  sinistra), ha potuto constatare come una commedia piano piano si trasforma in una farsa piena di invenzioni comiche straordinarie.

Questa la trama, travolgente: l’azione si svolge nella clinica psichiatrica del dottor Prentice, all’inizio assistiamo a un colloquio di lavoro tra il dottore e Geraldine, una ragazza che si propone come segretaria. Il dottor Prentice cerca di sedurla e la fa spogliare con la scusa di una visita medica ma fa irruzione nello studio la signora Prentice e così iniziano i guai per il dottore; aggravati dal fatto dell’arrivo di un altro psichiatra, il dottor Rance, Ispettore Ministeriale, venuto a controllare la gestione della clinica, e poi da un fattorino dell’Hotel della Stazione senza scrupoli che ricatta la signora Prentice ed infine un Sergente di polizia che sta indagando sulla morte della madre adottiva della giovane segretaria.
All’interno di questa clinica psichiatrica si consumano, con un ritmo sempre più  frenetico, una serie di equivoci, scambi di persona e follie inaudite.

Impossibile raccontare il finale, visti i molteplici colpi di scena che si susseguono senza sosta.

Joe Orton è stato uno dei più importanti autori inglesi del secolo scorso, la sua carriera è stata assai breve in quanto nel 1967 venne assassinato dal suo compagno a soli 34 anni a causa di una folle gelosia generata anche dal successo incredibile che Orton stava ottenendo con le sue commedie e dal fatto che era stato ingaggiato dai Beatles per scrivere  la sceneggiatura del loro primo film.

Ricordiamo che sul palco, guidati come già detto da Massimo Chiesa, salgono Marco Zanutto, Rita Castaldo, Alessia Donadio, Lorenzo Tolusso, Fabrizio Careddu e Piergiorgio Tacchino.

Gli spettacoli di giovedi, venerdi e sabato sera si aprono alle ore 21.00.

Restano a disposizione pochi biglietti, visto, come dicevamo, il travolgente successo della commedia. Bravissima la “The Kitchen Company”, una compagnia teatrale che non tradisce mai.

FRANCO RICCIARDI