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Alex Di Giorgio: «Io non ballo da solo»

Questo articolo è pubblicato sul numero 40 di Vanity Fair in edicola fino al 3 ottobre 2022

Alex Di Giorgio si ritaglia rocambolescamente un’ora per quest’intervista, nella sua seconda, intensa giornata di prove per Ballando con le stelle, pietra miliare dell’intrattenimento formato famiglia al quale il nuotatore olimpico, apertamente omosessuale, parteciperà cimentandosi con rumbe e jive. Agli allenamenti strenuanti è abituato. Ma in vasca, non in pista. Alle gare anche. Però un conto è il cronografo, e un altro Selvaggia Lucarelli e Guillermo Mariotto.

«Sono un po’ rigidino, eh sì. Per me è tutto nuovo. Non so che cosa aspettarmi, ma non vado lì per conquistare il mondo. Piuttosto, per dare un messaggio di normalità».

E gli altri, invece, che cosa si aspettano da lei?
«Non so nemmeno questo. Non sono poi così noto. Nell’ambito sportivo sì, in quello gay anche, però la casalinga che accende la tv non sa chi io sia».

Ha 32 anni. La fine della sua carriera sportiva è vicina?
«No, se non veniamo spremuti troppo, possiamo arrivare a 40. Ma il nuoto è uno sport massacrante, psicologicamente e fisicamente. Fai molta fatica, e non hai mai modo di recuperare. Da ragazzino non hai tempo per gli svaghi, ti manca una fetta di vita: il sabato mattina ci si allena alle 5, come fai a uscire la sera? Ecco perché in questo momento ho deciso di dedicarmi anche ad altro».


Recupera ora quei sabati sera?
«Sto vivendo quella vita che non ho vissuto prima. Una vita normale».

Perché fa Ballando? Per soldi, popolarità?
«Ho notato che le figure del mondo LGBTQI+ presenti nei reality sono state più o meno sempre sulla stessa falsariga: persone, diciamo, molto colorite. E va benissimo, ma mi sono chiesto se non potesse essere rappresentata anche un’altra tipologia di ragazzi, che potesse aiutare i giovani che volessero fare coming out. In certi ambienti è ancora difficile: nello sport si vive di pregiudizi. Io, il mio percorso, ho dovuto farlo tutto da solo. Nel centro sportivo mi sentivo spaccato in due: in acqua ero una persona, uscivo e mi rendevo conto che c’era dell’altro».

Alex Di Giorgio ai Campionati Assoluti Italiani di nuoto di Riccione nel 2013.

Alex Di Giorgio ai Campionati Assoluti Italiani di nuoto di Riccione nel 2013.

LaPresse/Gian Mattia D'Alberto

Che cosa intende per «colorite»?
«I telespettatori vedevano un uomo con lo smalto, e sembrava una cosa strana. Ma saranno affari suoi, no?».

Ballerà in coppia con un uomo.
«Avrò un partner gay, un ragazzo che ha avuto esperienze molto simili alle mie: è la prima volta in Italia».

È stata una sua richiesta?
«Mi sono detto: se faccio questa cosa, voglio avere la possibilità di lanciare un messaggio».

Un messaggio di normalità?
«Vorrei che non ci fosse questo bisogno di dover parlare di “normalità”, vorrei non facesse notizia vedere due ragazzi gay che ballano in tv».

In ogni reality, ormai, c’è una quota gay. Quest’anno a Ballando è doppia: c’è anche Gabriel Garko. Che ha fatto un percorso personale diverso dal suo.
«Anche lui ha sofferto. I suoi erano anni forse anche più difficili: ha dovuto nascondersi per poter lavorare...».