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Centotré. Tanti sono i giorni da cui Alfredo Cospito è in sciopero della fame nel carcere Bancali di Sassari, dove è recluso in regime di 41bis perché l'accusa del reato di cui è imputato (l'attentato senza vittime del 2006 alla scuola allievi carabinieri di Fossano) - scoperto mentre si trovava già in carcere per una condanna a dieci anni per la gambizzazione dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi - è stata tramutata in "strage contro la sicurezza dello Stato".

Una visita medica a settimana

Una volta a settimana la dottoressa di fiducia del suo avvocato Flavio Rossi Albertini, la cardiologa Angelica Milia, può visitarlo nell'infermeria del carcere. L'ultima visita risale al 26 gennaio. La prossima sarà il 2 febbraio. Al Bancali non c'è un centro di assistenza medica, ma nel carcere è presente un dottore che può monitorare quotidianamente le condizioni di salute dei reclusi.

La perdita di peso: - 45 chili

Il 20 ottobre, prima di iniziare lo sciopero della fame, Cospito pesava 118 chili. Ora la bilancia ne misura 73. Quarantacinque chili in meno. Per un omone alto 194 centimetri, come il cinquantacinquenne anarchico di Pescara. L'indice di massa corporea, che prima era sopra i trenta, "da persona obesa", ora è sceso a 20, "e tende verso il sottopeso", "rischiamo questioni irrisolvibili per gli organi", spiega Milia.

"Quando si perde oltre il 50 per cento del peso corporeo iniziale, intervengono questioni irreversibili. Andando avanti col digiuno si intaccano i muscoli prima, poi gli organi interni e alla fine i muscoli respiratori e il cuore - spiega la dottoressa -. Consumato l'indice di massa corporea, l'organismo cerca energia anche nel poco grasso che trova nella guaina nervosa dei nervi".

Acqua, miele e sali minerali

In questi tre mesi e passa Cospito ha rifiutato tutto il cibo del carcere. È rimasto in vita solo bevendo un po' di acqua, prendendo zuccheri da qualche cucchiaino di miele e assumendo degli integratori di vitamine e sali minerali che a un certo punto avrebbe voluto sospendere e che solo la dottoressa Milia lo ha convinto a riprendere.

Il calo di potassio e il rischio aritmia

Spiega la cardiologa, "l'organismo di Cospito ora sta soffrendo di un calo di potassio pericoloso. Ha valori molto bassi. Rischia aritmia e fibrillazione cardiaca che potrebbero essergli fatali". Per questo è stata concordata, tra Milia e i sanitari del Bancali, una nuova terapia per reintegrare i sali.

La termoregolazione in tilt

Dopo un periodo di digiuno così prolungato anche la termoregolazione corporea non funziona più come dovrebbe. "Indossa tre paia di pantaloni e quattro o cinque maglie", aveva raccontato la dottoressa Milia. Una notte della scorsa settimana, nel tentativo di scaldarsi, aveva chiesto di fare la doccia, ma era caduto fratturandosi il naso.

La debolezza muscolare

I muscoli hanno infatti perso tono e forza, una debolezza estrema dovuta alla sindrome da assenza di nutrizione, che porta a mantenere male la posizione eretta. "Cospito ultimamente si muove sempre più su una sedia a rotelle", ha raccontato la cardiologa, che ha sconsigliato anche l'ora d'aria. Le difficoltà nella mobilità hanno però avuto anche ricadute piscologiche sulla condizione dell'anarchico: "Muoversi in carrozzina lo mette particolarmente giù", ha spiegato la dottoressa. Ma è pure il sistema nervoso a risentire del digiuno. Sempre Milia: "Cospito è ancora lucido, parla bene, riferisce però di avere amnesie a breve termine".

Lo sciopero della fame a oltranza

Ma l'anarchico, che sta portando avanti la sua battaglia estrema con una sfida sul suo stesso corpo rischiando per questo la vita, non ha nessuna intenzione di interrompere la sua forma di protesta. "Rifiuterò il Tso, dovranno legarmi al letto", aveva detto al suo avvocato.

La dottoressa Milia chiede però: "Se va in fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco lo si rianima, ma poi? La soluzione assolutamente necessaria è quella di un trasferimento immediato in un carcere dotato di una struttura sanitaria che possa garantirgli la giusta assistenza. Ma anche spostandolo in un'altra struttura, dove si possa operare più in fretta, cambierebbe poco - aggiunge poi - Il fisico è intaccato in modo grave e il recupero sarebbe difficile perché non vuole neanche l'alimentazione forzata. Non si può fare altro che toglierlo dal 41-bis".