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Allarme antibiotico-resistenza, l’esperto: "Sarà la minaccia più grave per la nostra salute"

Virus e batteri sono sempre più pericolosi per l'uomo. Secondo il microbiologo Clerici l'utilizzo dei farmaci utilizzati per curare le infezioni causate da batteri deve avvenire fin in tenera età solo in specifiche condizioni. Il triste primato dell'Italia

Antibiotico-resistenza

Antibiotico-resistenza è allarme (Foto Ansa)

"La minaccia più grave per la salute pubblica dei prossimi anni torna a essere l'antibiotico-resistenza". E’ quanto ha affermato Pierangelo Clerici, presidente dell'Associazione microbiologi clinici italiani durante i lavori di apertura del 50esimo congresso Amcli in corso a Rimini e che vede la partecipazione di oltre 1200 esperti provenienti da tutta Italia. Secondo l’esperto per sottoporre il paziente ad un trattamento mirato e più adeguato alla sua infezione è necessario prediligere un approccio genomico e personalizzato-

La lotta ai virus e batteri

La lotta a virus e batteri sempre più invasivi, secondo Clerici, non può però prescindere "da una più stretta collaborazione e informazione sia sui medici di medicina generale sia sui cittadini - avverte - affinché si comprenda che l'utilizzo dell'antibiotico deve avvenire fin in tenera età solo in specifiche condizioni”. "La lotta contro la pandemia - rimarca Clerici, che è anche Direttore U.O. Microbiologia Asst Ovest Milanese - ci ha dimostrato l'imprescindibilità della microbiologia che nei prossimi anni si dovrà confrontare con l'intelligenza artificiale, il metaverso, i cambiamenti climatici e il loro effetto sulla salute".

Monitoraggio e segnalazione

Per questi motivi "occorre aumentare il monitoraggio e la segnalazione dei casi di infezioni potenzialmente pericolosi per la comunità - evidenzia l'esperto - implementando il sequenziamento genomico. È questa la strada da seguire per contrastare in modo efficace l'insorgenza di nuovi o riemergenti agenti patogeni pericolosi per la salute dell'uomo".

L’esperienza "regalata" dal Covid

"Alla luce della nostra esperienza con il Covid abbiamo saputo implementare l’uso della metagenomica per diagnosticare agenti infettivi ad elevato impatto sanitario - ricorda Paola Stefanelli, del comitato scientifico Amcli - Tra i temi trattati, il ruolo della microbiologia clinica nei sistemi di sorveglianza quali Influnet&Resspivirnet, mico batteri ambientali e candida auris".

Le linee di indirizzo

Amcli - riporta una nota - durante il congresso ha presentato due nuove Linee d’indirizzo: una sui Poct (Point of care testing) in microbiologia alla luce della diffusione di queste possibilità diagnostiche ovunque; la seconda sui pannelli sindromici, attraverso la definizione del campo di applicazione dall’utilizzo alla refertazione, con riferimento specifico alle meningiti/encefaliti di origine comunitaria e nell’ambito della sepsi e della farmaco resistenza.

Spazio all’innovazione tecnologica

Ampio spazio anche ai progressi dell’innovazione tecnologica per la diagnosi della tubercolosi. Oltre al ruolo strategico della microbiologia, tra i temi affrontati dal presidente Clerici anche il sostegno alle industrie del settore contro il provvedimento del Governo sul payback.

Il triste primato dell’Italia

In Italia, secondo l'Iss, le infezioni ospedaliere hanno un'importanza anche maggiore di tante altre malattie non infettive. Su 9 milioni di ricoveri in ospedale, ogni anno si riscontrano da 450.000 a 700.000 casi, pari al 5-8% di tutti i pazienti ricoverati. Nel 2050 le infezioni batteriche saranno la principale causa di decessi. "Qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi, quali polmoniti e sepsi - dichiara il professore Marco Tinelli, presidente del Congresso AMIT - può essere causato da batteri antibiotico-resistenti. Sembra un paradosso, ma anche una persona che non abbia mai assunto antibiotici corre il rischio di avere un'infezione da batteri resistenti".

La situazione nel resto dell’Europa

Nei Paesi dell'Unione Europea si sono verificati 671.689 casi di infezioni antibiotico-resistenti, a cui sono attribuibili 33.110 decessi soprattutto nei bambini nei primi mesi di vita e negli anziani. Di queste infezioni il 63% risultano essere infezioni correlate all'assistenza sanitaria e sociosanitaria.