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Allegri, un fallimento costato alla Juventus 242 milioni

Così parlava Massimiliano Allegri lo scorso 22 luglio, al caldo di Las Vegas e con una stagione all'alba:“La Juventus come sempre parte per centrare tutti gli obiettivi, quest’estate sono arrivati giocatori importanti, alcuni d’esperienza e altri giovani, inoltre è il secondo anno quindi partiamo già da una buona base. Dopo essere rimasti un anno senza trofei, per la prima volta in dieci anni, abbiamo il dovere di vincere lo scudetto”. Difficile riconoscere lo stesso allenatore che dopo aver incassato la 10° sconfitta in campionato contro il Milan, la 17° comprese le coppe varie, si è presentato ai microfoni per argomentare: "Se si guarda la classifica e si dice che la Juventus ha fatto una stagione sbagliata, abbiamo fatto 69 punti e non dimentichiamo quello che è successo in campo” .

E' vero. In mezzo c'è passato il mare di un'annata vissuta pericolosamente in bilico tra processi sportivi, società decapitata, incertezze sparse a piene mani e in una prima fase anche infortuni a catena. Però la distanza tra il prima e il dopo è impossibile da colmare anche concedendo ad Allegri tutti gli alibi a disposizione. No. Non è stata una buona stagione e il caos in cui è precipitata la Juventus fuori dal campo non spiega tutto.

Per intenderci, il -10 che ha tarpato le ali ad ogni chance di riconquistare l'Europa che conta è lo stesso -10 che la Juventus di Allegri si era autoinflitta con una partenza lentissima in campionato: 13 punti nelle prime 9 giornate e dopo il ko in casa del Milan, 8 ottobre 2022, 8° posizione in classifica. Virtualmente fuori dall'Europa anche senza intervento della giustizia sportiva. Tre giorni dopo sarebbe arrivata l'umiliazione di Haifa, punto più basso dentro un girone di Champions League che, nella notte israeliana, spinse Agnelli a dichiarare di provare vergogna per quanto stava accadendo.

La stagione della Juventus non è stata buona, è stata fallimentare sotto tutti i punti di vista. L'intero biennio di ritorno di Max Allegri è stato fallimentare e non solo perché non sono arrivati trofei. Ha detto il tecnico livornese che, se avesse voluto vincere, nell'estate del 2021 sarebbe andato altrove e non tornato a Torino. Altrove potrebbe significare l'Inter, che lo cercò fino all'ultimo, ma dove va detto l'ottimo Simone Inzaghi ha costruito il suo biennio in condizioni societarie e di investimenti imparagonabili con quanto affrontato da Allegri.

Si potrà discutere di cosa è accaduto da fine novembre in poi, ma non si possono discutere i numeri. Le tre campagne acquisti della Juventus dell'Allegri-bis hanno portato spese per 242 milioni di euro. Ci sono state anche cessioni pesanti (De Ligt su tutte) ma il saldo è nettamente negativo. Nessuno in Italia ha speso tanto per non vincere nulla e per dire ora che non sarebbe stato possibile farlo.

A questo vanno aggiunti i colpi che non hanno inciso alla voce investimenti da calciomercato, ma che hanno appesantito il monte stipendi: Pogba 11 milioni lordi, Di Maria 8, Paredes 9. Giocatori esperti e pronti come chiedeva Allegri. Fallimenti costosissimi per la Vecchia Signora. Non si può concedere al tecnico di evitare di rispondere delle scelte di mercato. La sua Juventus aveva per distacco il totale ingaggi più alto della Serie A e non è mai stata competitiva in due anni per lo scudetto. Numeri. Non parole. L'estetica del gioco può anche passare in secondo piano, l'idea che solo qualche giovane buttato nella mischia nel momento dell'emergenza sia stato valorizzato, mentre altri patrimoni (vedi Vlahovic mai integrato) hanno perso valore è un altro tema.

Sul futuro di Allegri alla Juventus pesa ovviamente l'incognita del maxi contratto che lo lega fino al 2025: 30 milioni lordi mal contati più staff. Lui ha fatto sapere di considerarsi confermato, la proprietà è alle prese con questioni più ampie e importanti e aspetta che De Laurentiis liberi Giuntoli per cominciare a programmare la prossima annata. La sensazione è che se il contratto fosse l'unico collante per tenere Allegri a Torino sarebbe un errore. Ma è anche un errore accettare di sentirsi dire che la Juve dell'Allegri-bis non doveva vincere e che questa è stata una buona stagione. Non sempre ai tifosi si può raccontare una verità parallela.