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Anche se lo arrestano, Trump può restare candidato alla Casa Bianca

Donald Trump potrebbe finire presto in manette? È lui stesso ad averlo detto sabato. In un post sul suo social Truth, l’ex presidente americano ha dichiarato che sarà arrestato martedì, esortando i suoi sostenitori a protestare. Al momento, il suo team legale ha reso noto di non aver ricevuto alcuna notifica in tal senso dalle autorità. “L'ex presidente si è agitato per far arrabbiare la sua base e crede che una incriminazione lo aiuterebbe politicamente”, ha riferito la Cnn, citando alcune “persone informate sulla questione”.

Ricordiamo che Trump si è ricandidato alla nomination presidenziale repubblicana lo scorso 15 novembre. Ora, questa vicenda giudiziaria rientra all’interno dell’inchiesta, condotta dalla procura distrettuale di Manhattan, sui soldi che lo stesso Trump avrebbe versato nel 2016, per ottenere il silenzio della pornostar, Stormy Daniels, in merito a una presunta relazione che i due avrebbero avuto nel 2006. In particolare, l’ex presidente è sospettato di aver violato le leggi sui finanziamenti elettorali. Si tratta di una questione molto controversa, su cui gli esperti legali si dividono da tempo. Generalmente, i sostenitori dell’ex presidente ricorrono al precedente di John Edwards: candidato presidenziale dem nel 2008, che affrontò accuse similari e che venne alla fine prosciolto.

Come che sia, qualora Trump finisse in manette, sarebbe il primo ex presidente degli Stati Uniti a subire questa sorte. Non si tratterebbe invece del primo caso di un candidato presidenziale, che conduce una campagna elettorale dal carcere. Il socialista, Eugene V. Debs, corse per le elezioni presidenziali del 1920, mentre si trovava rinchiuso nel penitenziario federale di Atlanta, ottenendo il 3,4% dei voti. Questo significa che, anche qualora fosse arrestato, Trump potrebbe restare in campo per le presidenziali del 2024.

D’altronde, la Costituzione americana impone appena tra requisiti per diventare presidente: cittadinanza naturale, età non inferiore ai 35 anni e residenza sul territorio statunitense per 14 anni. Nient'altro. Per essere precisi, i democratici cercarono di interdire Trump dai pubblici uffici attraverso gli effetti del secondo impeachment, intentatogli nel gennaio del 2021 dopo l’irruzione in Campidoglio: un procedimento che tuttavia naufragò, in quanto il diretto interessato fu successivamente assolto al Senato.

È anche in un tale contesto che vari esponenti del Partito repubblicano hanno criticato l'eventualità di un arresto. Lo Speaker della Camera, Kevin McCarthy, ha dichiarato che un’incriminazione rappresenterebbe “un oltraggioso abuso di potere”, mentre l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha parlato di “accusa politica” (non va tra l’altro dimenticato che il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, appartiene al Partito democratico).

Va da sé che, nel momento in cui Trump dovesse realmente finire agli arresti, la campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2024 inizierebbe ad infiammarsi sul serio. E non è chiaro come questo scenario influirebbe sul processo elettorale. Azzopperebbe definitivamente Trump? Oppure, paradossalmente, rilancerebbe la sua candidatura? Ovviamente non lo sappiamo. Ma, a naso, forse è la seconda ipotesi quella ad essere maggiormente probabile. L'ex presidente accuserebbe la procura di Manhattan di persecuzione politica. E gli altri contendenti alla nomination repubblicana (attuale e potenziali) si ritroverebbero con margini di manovra inferiore per attaccarlo.