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Andrea Moccia racconta la crisi dei carburanti nel libro «Cercasi energia»

Il primo incontro?
«L’ho intervistato mesi fa ma ero già stato nel suo ranch e sulla sua pista e poi a cena con lui. Comunque l’emozione di chiacchierare con lui, tra risate e scienza, e di parlare di come si guidano le moto da corsa è stata incredibile».

È scattata la pausa-autografo?
«Quello no, però gli ho detto: “Se vuoi farmi un regalo dammi una tua moto”. La sto ancora aspettando… no, scherzi a parte per me il sogno sarebbe andare in pista insieme».

Lei è diventato papà da poco più di un mese. A quanti anni il suo Julian salirà sulle due ruote?
«Appena possibile! Un’amica mi ha già regalato una tutina con il numero 46 ma è ancora troppo grande per lui, dobbiamo aspettare un paio d’anni».

L’ultimo nato a casa sua è il libro Cercasi energia. È frutto dell’urgenza del momento?
«Ci ho pensato prima che arrivasse la guerra perché per otto anni ho lavorato all’Istituto francese per l’energia, quindi niente palla di vetro, solo la consapevolezza di quanto fosse importante parlare di questo tema ma in maniera semplice. Tutta la nostra società si basa sull’energia ma bisogna produrla e il fabbisogno cresce sempre di più. Volevo fare chiarezza su alcuni temi, dal nucleare ai termovalorizzatori per cercare di far capire di cosa si tratta. Purtroppo c’è tanta disinformazione e bisogna selezionare con cura le fonti per non incappare in fake news. Il segreto è approfondire».

Il prossimo ospite che sogna d’incontrare per Geopop?
«Vasco Rossi, a cui mi ha fatto appassionare mamma, che ho poi portato ad un suo concerto. Già lo faccio ascoltare a mio figlio che è inebriato dal suono della chitarra».

Il prossimo progetto?
«Sto realizzando una serie di video dal titolo Scienza del calcio, che parla di tecnica e tecnologia di questo sport e sto iniziando a scrivere un video con animazione in 3D sull’eruzione di Marsili, il vulcano sottomarino del Tirreno».

Che tipo di pianeta si sta impegnando a lasciare alla generazione di suo figlio e a quelle che verranno?
«In realtà il pianeta sarà sempre lo stesso, le macrodinamiche terrestri se ne fregano di noi umani e troveranno un loro nuovo equilibrio. Siamo noi a rischiare di non trovarlo. Per quanto mi riguarda, vorrei fare la mia parte provando a trasmettere la passione per la conoscenza, che porta alla consapevolezza e infine all’azione».

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