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Andy Garcia al Red Sea International Film Festival 2022: «Il sogno del cinema»

Per Andy Garcia il cinema continua a essere un sogno dal quale spera di non svegliarsi. «È la vita che ho sempre desiderato», racconta in un incontro con la stampa durante la seconda edizione del Red Sea International Film Festival di Jeddah, in Arabia Saudita. La scintilla è scattata a 16 anni - «Sono cresciuto con i film di Jaems Bond» -, anche se, lì per lì, i suoi genitori speravano che il giovane Andy prendesse un'altra strada. «All'ultimo anno di liceo un insegnante mi ha incoraggiato a seguire quella strada, così ho iniziato a studiare teatro al college arrivando poi a Los Angeles, anche se i miei genitori erano preoccupati. Mio padre voleva spingermi a curare i suoi affari, il che era comprensibile visto che la sua generazione aveva come punti di rifermento Bogart, Grant e Gable». «Mi hanno supportato, però, nonostante tutto», sottolinea Andy Garcia, consapevole che il film che ha segnato uno spartiacque nella sua carriera di attore è stato solo uno: Gli intoccabili di Brian De Palma, grazie al quale ha recitato insieme a Kevin Costner, a Robert De Niro e al suo idolo Sean Connery.

Andy Garcia al Red Sea International Film Festival 2022 «Il sogno del cinema»

Tim P. Whitby/Getty Images

«È il film che ha segnato la mia carriera e mi ha dato il successo internazionale, anche se all'inizio dovevo interpretare un altro ruolo», racconta Garcia prima di parlare dell'altro grande progetto che gli ha cambiato la vita: il terzo e ultimo capitolo della saga de Il Padrino di Francis Ford Coppola. «Ero l'ultima persona da provinare dopo una lunga lista di candidati, me lo ricordo benissimo», rammenta Andy Garcia. «Il primo Padrino era stato realizzato con un budget ristretto, ma è stato in grado di sfondare in tutto il mondo perché Francis aveva riconosciuto subito il potenziale del romanzo dal quale era tratto. Il secondo capitolo è stato, invece, una produzione molto più grande», dice Garcia aggiungendo di avere un grande debito nei confronti di tutti i grandi registi con cui ha lavorato perché hanno rappresentato per lui «una chance incredibile per crescere». «Lavorare con i colleghi che ammiro è qualcosa di magico, oltre che il bello di questo mestiere», racconta Andy Garcia, forte dei suoi 35 anni di carriera.

Andy Garcia al Red Sea International Film Festival 2022 «Il sogno del cinema»

Daniele Venturelli/Getty Images

Interpretare ruoli molto diversi tra loro rappresenta, però, ancora per lui una sfida che vale la pena di accettare? «È essenziale. Come attore, devi esplorare tutti i colori e le sfumature che puoi: è giusto che sia così», spiega l'attore passando in rassegna i ruoli diversissimi che ha impersonato nella sua vita: dal tenero e romantico pilota innamorato di Meg Ryan in Amarsi al perfido Terry Benedict in Ocean's Eleven, fino a quello di Fernando nel secondo capitolo di Mamma mia! al fianco di Cher. «Mi sento molto fortunato a lavorare con persone che stimo», ripete ancora una volta Garcia, fiero del suo lavoro nel nuovo remake de Il padre della sposa, dove ha vestito il ruolo che fu impersonato nel 1950 da Spencer Tracy e nel 1991 da Steve Martin. «Ho vestito i panni di quel personaggio con grande responsabilità, ma vedendolo anche come un'incredibile opportunità: sono molto contento di come sia venuto il film». Infine, una riflessione positiva sui tanti passi fatti da Hollywood in materia di inclusività negli ultimi anni: «C'è più varietà nei cast e nelle storie, e credo che sia una grande opportunità raccontare finalmente persone e culture diverse. I film viaggiano in tutto il mondo e danno la possibilità di farti capire quello che succede in Paesi lontani dal tuo. È una cosa bellissima, ed è per questo che è un privilegio essere qui».

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