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Arrestato l’infermiere 55enne accusato di aver violentato una tirocinante all’Umberto I

Fatti

Asia Buconi|1 Dicembre 2022

umberto I tirocinante violentata

È stato arrestato il 55enne italiano “gravemente indiziato” di violenza sessuale ai danni di una giovane tirocinante, studentessa di infermieristica, all’interno del policlinico Umberto I di Roma. L’uomo, un infermiere, avrebbe dovuto fare alla giovane da supervisore e invece avrebbe abusato di lei in uno stanzino dell’ospedale. Lo stupro, che sarebbe avvenuto nella notte nel reparto di Urologia del più noto e grande policlinico di Roma, era stato denunciato dalla tirocinante appena 20enne lo scorso 26 ottobre.

La vittima, subito dopo gli abusi, aveva riferito quanto accaduto al Pronto soccorso e il referto clinico aveva confermato la sua versione. I sanitari avevano quindi attivato il codice rosa previsto nei casi di violenza, con la giovane che aveva potuto così raccontare, con lucidità mista a dolore, quanto accaduto. A quel punto l’uomo, che ha lavorato anche nel reparto di Cardiochirurgia, era stato identificato e denunciato per violenza sessuale ed era stato sospeso dall’incarico per volere della direzione generale dell’Umberto I.

Violentò una tirocinante all’Umberto I, arrestato infermiere 55enne. Il gip: “Rischio reiterazione del reato”

Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, hanno portato i poliziotti a dare esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico ai danni del 55enne, emessa dal gip del Tribunale di Roma Marisa Mosetti.

Secondo il gip, l’uomo, “figura professionale di riferimento per il tirocinio” della vittima, “con l’inganno, in particolare facendole credere di dover somministrare la terapia a un paziente in una stanza isolata” l’ha indotta “a seguirlo e a entrare in una camera buia la cui porta poi l’uomo ha chiuso a chiave” consumando poi la violenza.

Nel motivare la decisione di disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari, il giudice ha sottolineato come le condotte dell’indagato “fanno temere che simili episodi possano essere reiterati non solo nel luogo del lavoro, del quale come si è detto , l’indagato risulta aver approfittato violando i doveri della propria funzione sanitaria, ma anche al di fuori”.