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Auto elettrica, a rischio i 713 milioni del Pnrr per le colonnine

Scoppia il caso dei 713 milioni di euro, previsti dal Pnrr per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica per l’auto elettrica da qui a fine 2025. I fondi rischiano infatti di rimanere inutilizzabili senza un intervento del governo che corregga le misure attuative peraltro appena licenziate. Si tratta dell’ennesima doccia fredda sull’auto elettrica dopo il dato negativo delle vendite di gennaio (le immatricolazioni delle vetture full electric sono addirittura arretrate dell’8,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, attestandosi a 3.333 unità) e il flop degli incentivi messi a disposizione dal governo per l’auto green con una richiesta praticamente nulla (a fronte del tutto esaurito degli aiuti per l’acquisto di vetture a combustione tradizionale).

Il motivo del corto circuito sui fondi del Pnrr riguarda i tempi di realizzazione. I decreti che stabiliscono le modalità di accesso ai fondi, le tipologie di progetti, le spese ammissibili, le modalità di selezione e gli ambiti territoriali per l’installazione delle colonnine non fanno i conti con una realtà italiana fatta di lungaggini burocratiche e da una giungla di adempimenti amministrativi. Senza un cambio di rotta appare totalmente irrealistico (come denuncia la stessa associazione E-Motus che raggruppa tutti i soggetti legati allo sviluppo dell’auto elettrica) portare a termine un piano che prevede entro la fine del 2025 l’installazione di 7.500 stazioni di ricarica nelle strade extraurbane (da almeno 175 kW) e 13.755 nelle città (da almeno 90 kW).

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