Il 3 febbraio del 2022, Federmeccanica e Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil hanno espresso per la prima volta – attraverso il documento ‘Industria Automotive: un patrimonio italiano di fronte alle transizioni’ – un posizionamento comune sulle condizioni e sulle prospettive del comparto, frutto del lavoro svolto dall’Osservatorio Automotive che le Parte Sociali dell’Industria Metalmeccanica e Meccatronica hanno costituito, in attuazione del Ccnl 2021. Quel primo documento ha individuato prospettive e opportunità a fronte del patrimonio di competenza distintiva dell’automotive Made in Italy, ma, al contempo, ha posto interrogativi e preoccupazioni per le peculiarità della filiera italiana, particolarmente esposta agli impatti delle trasformazioni, con un serio rischio di deindustrializzazione del settore e di riduzione dell’occupazione. Tutti temi che, a distanza di un anno, appaiono sempre aperti e attuali”. Così una nota di Federmeccanica, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, che oggi hanno presentato un nuovo studio elaborato dall’Osservatorio Automotive che compara le Politiche Industriali delle principali Economie dell’Automotive europee con il contributo di Anfia sull’Industria automotive in Italia. La presentazione al CNEL ha visto una prima parte dedicata all’esposizione dello studio grazie al contributo degli esperti del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Automotive che hanno curato l’indagine. Sono cinque i paesi oggetto dello studio: Francia Germania, Polonia, Spagna e Turchia. Con il contributo di sull’Industria Automotive in Italia Lo studio si è sviluppato lungo quattro direttrici essenziali 1) la consistenza e la dinamica del comparto in ciascun paese; 2) le politiche della domanda, tra incentivi al mercato e politiche di infrastrutturazione; 3) le politiche di supporto alle trasformazioni della filiera produttiva; 4) le strutture di governance del sistema automotive nel paese. In questi anni, spiega la nota, “il governo italiano ha varato iniziative per il sostegno al mercato ed alla filiera produttiva, senza però una politica di coordinamento. Una quota cospicua degli incentivi al mercato, quelli rivolti al veicolo elettrico puro e plug in, rimangono inutilizzati, i bandi per l’innovazione e sviluppo nell’automotive rimangono ancora aperti, l’infrastrutturazione per la ricarica avanza velocemente in percentuale, ma rimane lenta in valore assoluto, a fine 2022, con 36.000 punti sul territorio nazionale di cui meno di 500 sulla rete autostradale”.

Il documento integrale