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Banca Ifis: nel triennio 2022 – 2024 stimati 82 miliardi nuovi Npl, quest’anno transazioni per 35 miliardi

Nel triennio 2022-2024 sono attesi 82 miliardi di euro di nuovi flussi di credito deteriorato, 10 miliardi in più rispetto a quanto previsto lo scorso febbraio a causa del persistere delle criticità dei prezzi su energia, materie prime e beni alimentari, ma anche dell’incremento dei tassi d’interesse stabilito dalla Banca Centrale Europea. È quanto emerge dalla 16esima edizione del Market Watch Npl di Banca Ifis, presentato il 23 settembre durante i lavori di “Future Proof”, l’11esima edizione dell’Npl Meeting organizzato dall’istituto, svoltosi oggi a Villa Erba, Cernobbio.

Secondo il report, il tasso di deterioramento delle imprese crescerà in misura maggiore rispetto a quello delle famiglie (nel 2023, 4% vs 2,3%) a causa del maggiore rischio legato ai finanziamenti ex-moratoria. Non solo, sempre nel triennio 2022-2024 l’aumento dei flussi di deteriorato sarà compensato dalla prosecuzione del processo di de-risking, anche coerentemente ai piani delle principali banche, con un Npe ratio sul sistema bancario del 3,3% a fine 2024.

Npl e Utp: transazioni attese nel 2022

Nei primi mesi 9 del 2022 sono state finalizzate cessioni per 22 miliardi di euro di Npe. In particolare le operazioni con GACS hanno rappresentato il 48% dei volumi, assorbendo il 41% dei portafogli secured transati. La componente unsecured ha pesato il 48% del totale

Per quest’anno, Banca Ifis si attende 35 miliardi di transazioni Npl, con il mercato secondario ormai componente di rilievo (30% dei volumi complessivi) che si è sviluppato nel tempo raggiungendo un totale lordo transato di 48 miliardi di euro nel periodo 2015-2021 e nel 2022 contribuirà con altri 10 miliardi. 

Sempre nel 2022 si stimano cessioni di portafogli UtP per 12 miliardi di euro, di cui 6 già finalizzate. Guardando al futuro, invece, nel biennio 2023-2024 si prevedono volumi rilevanti per il mercato Npl (47 miliardi di Npe ceduti nel 2023 e 33 miliardi nel 2024) a seguito di massivi piani di de-risking, soprattutto delle banche più importanti. “L’elevata incidenza delle operazioni con GACS, portafogli più freschi e l’appetito degli investitori hanno portato a un leggero aumento dei prezzi medi 2022, in particolare sui crediti unsecured. Al momento non si rileva sui deal 2022 l’effetto di inflazione e aumento dei tassi” si legge nel report. .

Npe: lo stock complessivo

Andando avanti coi dati, lo stock di Npe in Italia è diminuito dai 361 miliardi di euro del 2015 a 321 miliardi del 2021, grazie alla gestione operata da banche e servicer. Per il 2022 si stima un aumento fino ad arrivare a un ammontare complessivo di 377 miliardi di euro nel 2024, a causa dell’atteso incremento dei flussi di deteriorato e della riduzione dei tassi recupero, soprattutto su ticket di maggiori dimensioni e crediti secured che richiedono tempi di recupero più lunghi: 62 miliardi di euro il volume previsto sui libri bancari e il resto ceduto agli investitori che continuano a giocare un ruolo importante nella stabilità del sistema finanziario.

L’industria del credito deteriorato

“L’industria del credito deteriorato ha lavorato intensamente per la stabilizzazione del sistema finanziario italiano”, sottolinea Banca Ifis che evidenzia come le banche italiane abbiano realizzato un importante risultato di de-risking. La stima è di 357 miliardi di portafogli Npe ceduti dal 2015 al 2022. 

Nei dettagli, hanno operato circa 100 investitori impiegando circa 90 miliardi di euro in 7 anni per acquisire nel mercato primario e secondario i portafogli di crediti deteriorati. 

L’industry Npl ha registrato una crescita continua del fatturato dal 2013 al 2021: +90% (quasi raddoppiato) che secondo le stime proseguirà con un +9% nel 2022 e +4% nel 2023. Nello scorso decennio il comparto ha portato investimenti in risorse umane e tecnologia, driver di una creazione di valore confermata dalla crescita dell’Ebitda (+20% medio annuo). 

Le principali banche nel confronto europeo

L’Npe ratio UE è sceso all’1,9% nel primo trimestre del 2022, il livello più basso dal 2015. L’incidenza dei crediti in stadio 2 è in aumento, come riflesso di una generale previsione di peggioramento del rischio creditizio. Alla fine del I trimestre 2022 il volume dei crediti deteriorati delle banche significative Ue si attesta a 384 miliardi di euro (16% l’incidenza delle banche italiane), il valore più basso dal picco del 2015 quando lo stock era quasi 1.100 miliardi di euro e l’Italia contribuiva per il 34%. Il default rate al T1‘22 di imprese e famiglie italiane è inferiore alla media UE. Tra i Paesi peer dell’Italia, solo la Spagna registra un sensibile peggioramento. 

L’indebitamento di imprese e famiglie italiane rispetto al Pil e al reddito disponibile è, rispettivamente, dell’11% e del 33% inferiore alla media europea. A fronte del contenuto indebitamento di famiglie e imprese, nel primo trimestre 2022 l’Italia mostra un’incidenza dei crediti bancari classificati in stadio 2 (13,1%) superiore alla media UE (9,1%), mostrando una maggiore rischiosità prospettica.

Le Gacs

Secondo Banca Ifis, le Gacs hanno concretamente supportato il de-risking delle banche italiane e lo sviluppo del mercato Npl con 107 miliardi di euro di cessioni: 20 gli istituti bancari coinvolti; circa il 32% del totale delle transazioni Npl dal 2016 ad oggi. 

Rispetto al periodo pre-Covid il trend mensile degli incassi dei portafogli con Gacs evidenzia una dinamica del recupero mediamente più bassa. I primi sei mesi del 2022 non hanno mostrato un miglioramento.

Banca Ifis: gli interventi di Fürstenberg Fassio e Geertman

“Oggi, più che mai – ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, vice presidente di Banca Ifis – il nostro Npl Meeting rappresenta non soltanto un’imprescindibile occasione di confronto tra i principali operatori del mercato, alla luce delle nuove sfide che deve affrontare l’economia italiana e globale, ma anche una preziosa risorsa per policymaker e stakeholder per comprendere il valore dell’industry degli Npl. Un’industry che negli anni – come dimostra il nostro Market Watch – ha svolto un ruolo determinante per la stabilità del sistema finanziario e si è confermata una risorsa per il Paese. Ma la gestione del credito deteriorato non è solo una questione di efficienza del business: lo sforzo collettivo deve andare nella direzione della sostenibilità, coniugando l’approccio industriale con quello improntato all’etica, che favorisca la re-inclusione finanziaria di famiglie e imprese. Siamo convinti che questa sia la vera chiave del successo per il nostro settore. Solo così potremo vincere le difficili sfide che ci attendono ed essere, davvero, Future Proof”.

 “Lo scenario economico che ci troviamo ad affrontare ha subito profondi mutamenti a causa del nuovo shock dovuto alla crisi Russo-Ucraina, i cui effetti cominceranno a farsi sentire nei prossimi mesi. I dati del Market Watch lo confermano”, ha commentato Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis, secondo cui “Aiuteranno ad attenuare l’impatto, il risparmio delle famiglie, la liquidità delle imprese e la solidità e redditività delle banche. Queste ultime hanno infatti realizzato un importante lavoro di de-risking sui propri bilanci e lavorano per un ulteriore miglioramento degli Npe ratios. Questo è possibile grazie all’industria italiana di investimento e servicing degli NPL che si è dimostrata infatti particolarmente vitale anche nel confronto con quella europea, svolgendo un ruolo cruciale per la stabilità del sistema. Dobbiamo oggi guardare al futuro con l’ambizione di svolgere al meglio il nostro compito a supporto dell’economia reale, continuando a fare investimenti, tutelando la redditività e puntando su innovazione, nuove tecnologie e formazione delle persone”.