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Biden: “Discuterò con Zelensky l’invio di nuove armi a Kiev”

NEW YORK – Dopo aver negato gli F16 all’Ucraina, Joe Biden ha detto che discuterà con il presidente u Zelensky l’invio di nuove armi a Kiev. Precisando:”Il sostegno politico, economico e militare all’Ucraina e le sanzioni alla Russia sono funzionali a far cessare la guerra, non ad alimentarla”.

L’Ucraina ha bisogno di almeno 200 caccia occidentali per proteggere i suo cieli, in sostituzione degli attuali velivoli sovietici di vario tipo che sono ormai obsoleti. “Al momento, l’F-16 è il candidato più probabile per sostituire il vecchio aereo sovietico”. La richiesta del portavoce dell’Aeronautica Militare ucraina, Yuriy Ignat, arriva all’indomani del no del presidente Usa Joe Biden sulla fornitura di F-16 da parte Usa. E anche dall’Europa sono arriovati dei paletti.

Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha precisato che una decisione sarà presa solamente in “pieno coordinamento” con la Nato, ma sulla stessa lunghezza d’onda di Washington c’è anche Berlino: “È il momento sbagliato” per discuterne, ha detto la portavoce del governo tedesco Christiane Hoffmann, ribadendo le parole del cancelliere Scholz per cui in ogni caso “in gioco non ci sono” aerei da combattimento. Meno categorica è apparsa invece Parigi. Emmanuel Macron non lo ha escluso, sottolineando che ci sono dei “criteri” da rispettare prima di ogni decisione: una “richiesta formulata” ufficialmente dall’Ucraina, che “non vi sia un’escalation”, che “non si tocchi il suolo russo” ed infine che “non si arrivi ad indebolire la capacità dell’esercito francese”.

Il messaggio di Blinken a Lavorv. “Il ministro degli esteri egiziano mi ha consegnato il messaggio del segretario di Stato americano”, Antony Blinken che è stato in Egitto prima di arrivare in Israele. Lo ha rivelato il ministro degli Esteri russo, Serghey Lavrov, secondo quanto riporta la Tass. Il messaggio, aggiunge Lavrov, “contiene solo inviti alla Russia a ‘quit and stop’, abbandonare e fermarsi”.

Nessuna informazione su un incontro tra Putin e Xi. Cina e Russia “mantengono stretti contatti a vari livelli per promuovere la cooperazione bilaterale tra i due Paesi, contribuendo allo sviluppo globale pacifico: per quanto riguarda questa visita in particolare, al momento non ho informazioni da condividere”. La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, commenta così quanto riferito ieri dal ministero degli Esteri russo, che ha ribadito l’invito di Putin al leader cinese Xi Jinping a recarsi in Russia in primavera, definendolo “un evento centrale” nelle relazioni fra Mosca e Pechino. L’invito era stato rivolto da Putin in un colloquio il 30 dicembre scorso

L’ex speechwriter di Vladimir Putin Abbas Gallyamov dice in un’intervista alla Cnn che un colpo di stato militare sta diventando una possibilità in Russia.
    “L’economia russa si sta deteriorando. La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione al perché di tutto questo, guardando al processo politico e rispondendosi: ‘Beh, questo è perché il nostro Paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore'”, ha detto Gallyamov, riferendosi a Putin. Per Gallyamov, il golpe potrebbe arrivare nei prossimi 12 mesi.
    Entro un anno, aggiunge l’analista politico, “quando la situazione politica cambierà e a capo del Paese ci sarà un presidente impopolare e odiato, e la guerra sarà davvero impopolare, e sarà necessario versare sangue per questo, in quel momento un colpo di Stato diventerà una possibilità reale”. Gallyamov ha anche detto di ritenere che Putin potrebbe annullare le elezioni presidenziali previste per il marzo 2024.
“A giudicare dalle sue azioni, quando si accanisce su qualcosa senza necessità, potrebbe davvero cancellare le elezioni: senza la vittoria sull’Ucraina, avrà difficoltà con i russi. I russi non hanno bisogno di lui se non è forte. Potrebbe davvero dichiarare la legge marziale e annullare le elezioni”,

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