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Blitz degli attivisti di Ultima Generazione a piazza di Spagna: liquido nero nella Barcaccia

La protesta / Roma

Davanti ai numerosi turisti, hanno scaricato del liquido a base di carbone vegetale nella vasca

L'acqua della Barcaccia, la fontana simbolo di piazza di Spagna a Roma, è stata tinta di nero. Non è stato un pesce d'aprile quello che è andato in scena sabato mattina intorno alle 12 ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti, di fronte a centinaia di turisti. La vernice nera nella fontana (opera di Bernini) è stata riversata dagli attivisti di "Ultima Generazione". In due sono entrati nella vasca monumentale. Uno ha srotolato un piccolo striscione arancione, dove gli attivisti per il clima avevano fatto stampare la scritta "non paghiamo il fossile". L'altro ha svuotato una tanica contenente una tinta a base di carbone vegetale che ha reso nera l'acqua della fontana.

La scena si è consumata a metà mattinata di sabato, quindi davanti alle fotocamere dei tanti smartphone che in quel momento sono stati posizionati in direzione della protesta. L'attivista che ha imbrattato l'acqua è stato portato subito fuori dalla fontana dalle forze dell'ordine. Poco dopo è stato seguito anche dall'altro aderente al movimento ambientalista di disobbedienza civile che si è reso protagonista del blitz. Fermati, la loro posizione è ora al vaglio: rischiano una denuncia per danneggiamento. Sul posto, nel frattempo, sono arrivati il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino ai beni culturali.

"Se vedere quest'acqua nera vi sconvolge - affermano gli attivisti - è perché, come noi, riconoscete quanto sia prezioso quello che stiamo perdendo. Tutti i rapporti ufficiali, anche quelli di fonte governativa, denunciano che le politiche dei governi sono insufficienti per contenere il surriscaldamento globale entro 1,5°C e ci stanno invece conducendo dritti verso un catastrofico aumento di almeno 2.5°C. Questo significa - continuano - che gli eventi estremi renderanno inabitabili le nostre terre. Significa che desertificazione e siccità aumenteranno vertiginosamente, causando migrazioni incontrollate. Significa che collasseranno tutti i nostri equilibri, economici e sociali".

E ancora: "C'è un solo modo per frenare questa corsa verso il suicidio collettivo: interrompere le emissioni legate ai combustibili fossili. Con questa azione - concludono - vogliamo chiedere al governo di smettere di investire in sussidi dannosi per l'ambiente. Con questa azione vi invitiamo a non rassegnarvi a questa condanna a morte".
 

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