Immagini senza veli in rete col nome e cognome della donna La vittima, minacciata, si è poi rivolta alla polizia postale
UDINE. Pubblica sui social foto di nudo di una donna friulana e poi le scrive, per mesi, decine di messaggi dal contenuto minaccioso celandosi dietro un profilo che lui pensava essere del tutto anonimo. Invece il responsabile di questa persecuzione è stato identificato dalla polizia postale al termine di una indagine lunga e tecnicamente complessa e poi denunciato per “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”, reato previsto dall’articolo 612 ter del Codice penale introdotto dalla recente normativa sul “Codice rosso”. Così è finito nei guai un tatuatore non professionista residente in Friuli.
La vittima aveva spiegato agli agenti che uno sconosciuto, tramite un profilo aperto verosimilmente per quell’unico scopo, aveva minacciato la pubblicazione di sue fotografie senza veli. E, nei giorni seguenti, aveva effettivamente postato un collage di queste immagini su un social network, indicando anche nome e cognome della vittima. Non contento, sempre tramite Messenger, aveva contattato alcuni colleghi di questa, vantandosi di avere tali immagini.
Come ha spiegato la polizia postale, l’uomo «era sicuro di non poter essere rintracciato, perché con uno stratagemma era riuscito a rendere anonimo il suo account e aveva poi mantenuto contatti devianti con la parte lesa per diversi giorni». I poliziotti, coordinati dal pm Maria Caterina Pace, attraverso apposita strumentazione forense, sono riusciti a individuare l’account Facebook collegato a sistema Messenger utilizzato dall’uomo. Ciò è stato possibile grazie alla comparazione di centinaia di indirizzi Ip (codice numerico che contraddistingue tutti i dispositivi usati per navigare in Internet) dei tabulati telefonici che hanno permesso di individuare i numeri di telefono dai quali erano state veicolate le connessioni internet oggetto d’indagine.
Grazie alla tenacia e alla collaborazione della vittima, gli investigatori della Postale hanno scoperto che l’autore delle condotte contestate era un uomo con cui aveva avuto un’amicizia su Facebook dovuta a interessi condivisi (i tatuaggi), poi interrotta per la pesante morbosità di lui nel mantenere i contatti. L’uomo, non si sa come – l’indagine è ancora in corso –, era riuscito a impossessarsi di foto e aveva deciso di pubblicarle dopo essere stato da lei bloccato sui social. Durante la perquisizione gli agenti hanno trovato sui dispositivi dell’indagato le immagini in questione.