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Borsa, Milano vola nel day after ma incognite sul futuro

Il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,67% mentre lo spread ha chiuso a 237 punti, in rialzo del 7% da venerdì

di Michele Mastandrea,

Nel giorno che segue l’affermazione del centro-destra alle elezioni politiche, la Borsa di Milano chiude in rialzo a +0,67%, risultato migliore tra i principali indici borsistici europei. In forte crescita però c’è anche lo spread Btp-Bund, che tocca fino a 243 punti nel corso della giornata prima di chiudere a 237 punti, in rialzo di oltre il 7% rispetto a venerdì scorso. Segnali contrastanti dovuti all’incertezza che ancora permane nei mercati, attenti alla formazione del governo e alla definizione delle priorità di programma da parte delle forze uscite vincitrici dalla competizione elettorale.

“Probabilmente la solida maggioranza rassicura più dell’incertezza di un’eccessiva frammentazione del voto. In poche parole, i mercati scommettono sulla stabilità”, sottolinea Gianclaudio Torlizzi, analista fondatore di T-Commodity, commentando l’esito del voto sui mercati finanziari e in particolare alla crescita della Borsa di Milano. D’altro canto, Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia, ritiene che “gli acquisti delle ultime ore sono legati al fatto che in un brevissimo periodo potremmo avere un governo con una maggioranza chiara e forte. Tuttavia, le nubi sono all’orizzonte per quanto riguarda l’Italia”.

Sulla credibilità del nuovo assetto politico italiano si esprimerà a breve un attore importante come l’agenzia di rating Moody’s. Per venerdì è infatti attesa una decisione sull’eventuale declassamento del rating sul debito italiano. La decisione potrebbe però essere rimandata di qualche tempo, in modo da poter verificare nella pratica l’approccio del nuovo esecutivo italiano a sfide decisive per l’economia del paese.

In particolare, i mercati guardano alle scelte dei ministri, alla redazione della Legge di Bilancio 2023 e alle prossime mosse di politica energetica del governo entrante. Alle porte, infatti, c’è la stagione fredda, in un contesto in cui prosegue la guerra in Ucraina e l’inflazione, nonostante i rialzi dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, è destinata a rimanere alta ancora per del tempo.

Le proiezioni dell’Ocse rilasciate oggi stimano infatti una crescita dei prezzi del 7,8% da qui alla fine del 2022, e del 4,7% nel 2023. Un ulteriore calo delle forniture di gas russo potrebbe inoltre spingere il paese in recessione. Obbligando così a rivedere al ribasso le stime Ocse per cui l’anno prossimo la crescita del Pil italiano dovrebbe attestarsi al solo +0,4%, a causa proprio del raffreddamento dell’economia dovuto al rialzo dei tassi così come dalla crescita dell’inflazione e dunque della riduzione del potere d’acquisto per famiglie e imprese. Tutte sfide non semplici da affrontare per il nuovo governo, nonostante la buona reazione iniziale da parte dei mercati.

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