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Borse, Europa verso un avvio in recupero. Tokyo chiude in rialzo

Le Borse europee cercheranno di recuperare terreno in avvio di seduta dopo i pesanti cali di venerdì. I listini, che avevano chiuso comunque in progresso il bilancio della scorsa settimana in seguito a una serie di sedute ad alta volatilità, rimangono ostaggio dei timori sulle condizioni del settore bancario, che resta osservato speciale. Sotto i riflettori in particolare Deutsche Bank, da molti identificata come anello debole della catena nella Ue nonostante le rassicurazione delle autorità. I future sull’Eurostoxx 50 guadagnano l’1%, mentre a Piazza Affari i contratti sul Ftse Mib salgono dell’1,36 per cento.

Sul mercato dei cambi, stabile il rapporto euro/dollaro: la moneta unica è indicata a 1,0755 dollari da 1,0760 venerdì in chiusura. Un euro vale anche 141,15 yen (da 140,73), mentre il rapporto dollaro/yen è a 131,21 (130,71). Sul fronte dell’energia, tenta di rialzare la testa il prezzo del petrolio: il Wti, contratto maggio, guadagna lo 0,71% a 69,75 dollari al barile, il Brent di pari scadenza lo 0,6% a 75,44 dollari. Il future aprile sul gas naturale scambiato ad Amsterdam sale del 2,2% a 42 euro al megawattora.

Tokyo, chiusura positiva

La Borsa di Tokyo termina la prima seduta della settimana col segno più, trainata dagli acquisti sul settore della tecnologia, dopo il consolidamento del mercato azionario Usa, che hanno controbilanciato i timori di ulteriori contagi nel comparto bancario. L’indice di riferimento Nikkei segna un progresso dello 0,33%, a quota 27.476,87, e un guadagno di 91 punti. Sul fronte valutario lo yen prosegue l’apprezzamento sul dollaro, a un valore di 131,10, mentre è stabile sull’euro a 141,10.

Cina irrequieta per i dati sui profitti industriali

I titoli della Cina e di Hong Kong aprono col segno meno, guidati dalle imprese statali cinesi e dai titoli tecnologici che soffrono il crollo degli utili industriali e le tensioni geopolitiche. L’indice cinese delle blue-chip CSI300 e lo Shanghai Composite Index sono scesi entrambi dell’1,0% alla pausa pranzo. L’indice di riferimento Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,5% e l’indice China Enterprises ha perso l’1,0 per cento. I profitti delle imprese industriali cinesi sono diminuiti del 22,9% nei primi due mesi del 2023 rispetto all’anno precedente, perché il settore industriale fa ancora i conti con il crollo causato dai fermi dovuti al Covid.

D’altra parte, i profitti delle grandi compagnie industriali cinesi segnano una brusca frenata nei primi due mesi del 2023, a segnalare i persistenti problemi legati ai tre anni di politica di «tolleranza zero» al Covid. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, gli utili hanno accusato un crollo annuo del 22,9%, a 887,2 miliardi di yuan (circa 130 miliardi di dollari), scontando i problemi emersi soprattutto sulla catena degli approvvigionamenti nel post-pandemia. La statistica, che segue il -4% dell’intero 2022 e che è calcolata tenendo conto delle aziende con ricavi annui di almeno 20 milioni di yuan (circa 3 milioni di dollari), vede tra i 41 settori industriali di attività monitorati, 28 con profitti in calo, tra cui quelli relativi a computer ed equipaggiamenti di elettronica (-77,1%). I dati seguono una raffica di indicatori economici che mostrano una strada accidentata per la Cina verso la ripresa dopo una dura battaglia di tre anni contro la pandemia. La produzione industriale ha avuto una crescita del 2,4% nel periodo gennaio-febbraio, secondo i dati diffusi all’inizio del mese. Mentre le vendite al dettaglio sono tornate a crescere, gli investimenti immobiliari hanno continuato a diminuire nonostante il robusto sostegno del governo per rilanciare il settore in difficoltà.