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Braccio di ferro con Fratelli d'Italia "sospesi" i consiglieri leghisti

Succede a Vercelli dove, dopo le minacce del commissario del Carroccio Montani, il partito di Meloni, in asse con Forza Italia, usa il pugno duro. E così a furia di chiedere la vicepresidenza della Provincia, gli eletti salviniani restano... senza fascia

Il braccio di ferro andava avanti da giorni, tra minacce della Lega e resistenza di Fratelli d’Italia. Finché alla fine, a furia di tira e molla, la fune si è spezzata. Siamo a Vercelli, al centro della contesa il ruolo da vicepresidente della Provincia che il commissario del Carroccio Enrico Montani rivendica per Alessandro Montella, sodale di Daniele Baglione, ex sindaco di Gattinara, che da Novara e Verbania vorrebbero come prossimo segretario provinciale (visto che però al momento non avrebbe i numeri si vocifera che Montani resterà commissario ancora per mesi, guadagnandosi così i galloni per il posto nel listino per le Regionali del 2024.

A quanto pare l’ex senatore trombato lo scorso 25 settembre c’è andato giù per le trippe con i vertici locali di FdI, i quali va detto un po’ di resistenza l’hanno fatta sin dall’inizio. Il motivo? Quello ufficiale è che Montella, attualmente consigliere delegato per lo Sport, è di Vercelli così come il presidente Davide Gilardino e forse un riequilibrio tra territori dovrebbe suggerire la nomina di un valsesiano. Facile a dirsi: la Valsesia, un tempo feudo elettorale del Carroccio, oggi è scomparsa dalle mappe della Lega e su colui che un tempo era il principale collettore di voti da quelle parti (l’ex deputato Paolo Tiramani) aleggia la fatwa di Matteo Salvini e Riccardo Molinari. E allora?

Lega divisa, Fdi ci sguazza. Montani batte i pugni e l’alleato gli ricorda come sono cambiati i rapporti di forza. L’ultima brillante idea del commissario è stata quella di far ritirare, per rappresaglia, la pattuglia leghista nelle sedute d’aula in Comune e in Provincia, peraltro mentre il sindaco di Vercelli Andrea Corsaro (che essendo di Forza Italia in questa bega centrava come i cavoli a merenda) aveva le sue grane di salute, al punto che finirà in ospedale. Insomma, un capolavoro. “E adesso voglio voglio vedere come la mettiamo” ha fatto la voce grossa Montani che pur di dare risalto alla sua iniziativa si era premurato di informare lo Spiffero, salvo poi dirne peste e corna nelle chat riservate (riservate... insomma).

La risposta non si è fatta attendere. È in una mail che dalla segreteria di Gilardino ha spedito a tutti i consiglieri delegati della Lega: “Con la presente si comunica che, al momento e in attesa di confronto, il Presidente sospende la rappresentanza da parte dei consiglieri del gruppo Lega a eventi o incontri istituzionali. Si richiede pertanto di restituire la fascia al fine di averla a disposizione per gli altri consiglieri. Cordialmente”. Il braccio di ferro prosegue, mentre nella Lega c’è chi inizia ad avere dei dubbi sulle doti non solo diplomatiche ma squisitamente politiche di Montani. Che però, nel frattempo, si consola con gli emolumenti derivanti dai due contratti di collaborazione appena firmati (uno con la commissione Attività produttive della Camera, grazie al presidente Alberto Gusmeroli, l’altro con il gruppo regionale attraverso il conterraneo Alberto Preioni). E pensare che ai militanti un tantino seccati rifaccia di svolgere “gratis” il suo incarico di commissario.