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Cairo fratello d'Italia ad honorem: "Il 75% dei tifosi granata è con me"

Presentato il Torino club dei parlamentari. Alla faccia della Maggica della loro Capa, i meloniani tifano Toro. Montaruli: "Un modo per ricordare come la città meriti attenzione e investimenti". L'imprenditore è cautamente ottimista ma per scaramanzia...

“Sto lavorando per migliorare, ho tenuto tutti, non ho mai voluto vendere Buongiorno, rinunciando a 25 milioni. Poi ho comprato Zapata, Tameze, Bellanova. Dedico al Torino almeno il 20% del mio tempo”. Urbano Cairo non è per nulla impensierito dalle contestazioni di una parte della curva granata. Il presidente del Torino durante la presentazione del club che riunisce i tifosi parlamentari, presso la Sala Nassiriya del Senato ha aggiunto di avere dalla sua il sostegno del popolo granata. “I tifosi mi contestano ma il 75% di loro è con me”, ha affermato riferendosi alle contestazioni della passata stagione. “Juric? È particolare, ma un grande mister. Lo supporto e qualche volta lo sopporto”, ha continuato con il sorriso. Parlando poi dell’iniziativa odierna si è sperticato in elogi: “È bellissima. Inoltre, 18 anni da presidente non sono pochi. Il 2 settembre 2005 il Toro era fallito, mentre negli ultimi 12 anni abbiamo fatto buone cose, non possiamo paragonarci chiaramente al grande Torino, ma cerchiamo di fare il meglio e quest'anno spero che ci possiamo migliorare visto che veniamo da una squadra che si conosce già”.

L’imprenditore “piemontese per caso” – è nato ad Alessandria ma è milanese di adozione – è restio per sua natura ai voli pindarici, ama stare con i piedi per terra senza per questo rinunciare a coltivare obiettivi ambiziosi. “Da parte mia – ha confermato nel suo intervento a Palazzo Madama – c’è grande voglia di fare bene. Ho da seguire un gruppo che fattura 1,3 miliardi con 4.500 dipendenti, però al Toro dedico sempre il 20% del mio tempo. Da parte nostra c’è la voglia di far bene: quest'anno siamo partiti male con il Milan, ma quando il mercato è aperto non è mai una buona notizia. Poi, con la chiusura del mercato e l’arrivo di Zapata la squadra si è compattata. Incrociamo le dita, ma mi sembra un anno in cui i tifosi… Poi se facciamo meglio del decimo posto dell’anno scorso, tutti saranno felici. Noi puntiamo a qualcosa che non voglio nominare”. Scaramantico non vuole nominare la zona coppe.

Il battesimo del club granata in Parlamento è avvenuto per iniziativa dei senatori di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi e Filippo Melchiorre. Oltre alla partecipazione di senatori e deputati di vari schieramenti politici, erano presenti anche collaboratori di Camera e Senato. “La creazione di questo club sfata un luogo comune, secondo cui i tifosi del Toro sarebbero pochi, in realtà sono tanti ma spesso nascosti – ha spiegato il senatore di FdI –. Questi momenti servono per dare punti di riferimento alla tifoseria”. Sigismondi ha dunque concluso: “Il tifoso del Toro è autentico, abituato a soffrire, tiene alla propria squadra indipendentemente dai risultati”. Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore, sempre meloniano, Melchiorre: “Abbiamo voluto creare questo club perché anche altre squadre hanno una delegazione in Parlamento, non potevamo essere da meno, poiché il Torino rappresenta la storia del calcio italiano”. Per Augusta Montaruli, deputata piemontese di Fratelli d’Italia, “da torinese far entrare il Toro in Parlamento non soltanto una questione di tifo, ma un ulteriore modo per ricordare come la città di Torino meriti attenzione e investimenti. Il calcio con i suoi professionisti – ha detto ancora la Montaruli – rappresenta un indotto importante”. Presente anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. “Tifo Torino da sempre, da quando ero bambino, da quando ho letto per caso nel bar sport del mio paese la storia del Grande Torino – ha spiegato l’esponente di Governo –. Anche se sono friulano il Torino mi ha sempre affascinato, perché è stato, e continua ad essere, la storia del calcio italiano, una storia, tragica e romantica, che ha però contribuito a rendere il calcio quel grande spettacolo aggregatore che tutti amiamo”.

Tifo sportivo, ma anche business nelle parole di Cairo: “I diritti tv della Serie A sono un tema importante ed è fondamentale che venga chiuso in tempi veloci”, ha spiegato il tycoon. “Il calcio è uno strumento fortissimo per qualsiasi tv che ha come principale fondo di ricavi gli abbonamenti. Poi è chiaro che va fatto vedere nel miglior modo possibile. Chi sta trattando cerca di pagare di meno, ma il calcio rappresenta un traino incredibile. Inoltre, vendendo su un arco temporale più ampio, le tv oggi possono investire ed avere dei ritorni maggiori. Per questo va chiusa velocemente e alle condizioni giuste”. Che Serie A sarà, quale sono i suoi pronostici? “Credo che vedremo un bel campionato. L’Inter ha una qualità superiore, poi c’è il Milan che se la gioca. Il Napoli tornerà. È un campionato con tante squadre in corsa, anche Lazio e Juve. Poi spero anche noi del Torino possiamo far bene”. Cairo ha poi preferito non entrare nel merito del caso De Laurentiis, indagato dalla procura di Roma per la compravendita di Osimhen. “Alcune squadre hanno fatto questo genere di operazioni, io ad esempio non le ho mai fatte. È una vicenda abbastanza scivolosa e non entro in cose che non conosco”, ha concluso.