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Cardiochirurgia al Ruggi: la nuova tecnica del prof Coscioni pubblicata su due riviste scientifiche internazionali

Salute

Il professore salernitano ha optato per una diversa tecnica di riparazione mai usata prima in un paziente adulto con infarto miocardico, ma già impiegata dal Dottore Oppido al Monaldi, solo in alcuni interventi pediatrici

Ormai un anno fa, un turista inglese venuto a trascorrere le vacanze in Costiera Sorrentina con la famiglia, veniva trasferito al Ruggi di Salerno presso la Cardiochirurgia del Professore Enrico Coscioni per un infarto miocardico inferiore complicato da una rottura del setto interventricolare. Questa complicanza é da sempre gravata da un elevato tasso di mortalità, ma fortunatamente é divenuta rara in epoca recente grazie alla rapidità di intervento delle reti per l'infarto miocardico e alla capillarità delle sale di emodinamica dove si procede celermente allo studio e al trattamento della lesione. Dopo aver ottimizzato le condizioni cliniche ed emodinamiche del paziente e studiato attentamente il caso, con una valutazione collegiale insieme ai colleghi cardiologi e cardioanestesisti si è deciso di procedere all'intervento chirurgico in urgenza.

L'intervento

Il Professore Coscioni ha optato per una diversa tecnica di riparazione mai usata prima in un paziente adulto con infarto miocardico, ma già impiegata dal Dottore Oppido al Monaldi, solo in alcuni interventi pediatrici. La procedura, eseguita a cuore aperto e in circolazione extracorporea, prevedeva di "paracadutare" due patch - due dischi di un polimero biocompatibile - nelle due camere ventricolari, senza aprire il ventricolo sinistro, e di posizionarli a ridosso del setto interventricolare, a livello della rottura. Legando tra loro i due pacht, stretti come un sandwich a ridosso del setto, la rottura veniva completamente esclusa, anche grazie ad un favorevole equilibrio pressorio. Questo metodo, ancorché complesso, risultava più semplice, rapido e riproducibile delle tecniche di riparazione convenzionale. Anche l'efficacia, risultata evidente sia durante i controlli intraoperatori che in quelli successivi in terapia intensiva e in reparto, assume oggi una maggiore evidenza. Il paziente è tornato a casa e periodicamente ci aggiorna circa il suo stato di salute e gli esami di follow-up, che confermano il buon risultato chirurgico e un quadro di ritrovato benessere. 

La fama

Ad ulteriore riconoscimento dell'originalità e dell'efficacia di questa tecnica di riparazione è arrivata recentemente la pubblicazione su due prestigiosi organi internazionali della comunità scientifica cardiochirurgica. Un video completo del caso clinico è stato pubblicato su CTSNet, la più grande piattaforma online di procedure cardiochirurgiche; mentre sul Journal of Thoracic and Cardiovascular Surgery, organo ufficiale di informazione della Società Americana di Chirurgia Toracica (AATS) è apparso l'articolo con la descrizione dettagliata della tecnica. 

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