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Caro energia, maxi bolletta per la Pat con un aumento da 10 milioni di euro. Marini: ''Fermi sull'efficientamento energetico del resto a pagare è sempre pantalone''

Il dato è stato fornito dall'assessore provinciale Achille Spinelli in risposta ad una interrogazione del M5S e viene spiegato anche che, ora, la Provincia alla luce del caro energia, sta valutando di anticipare alcuni degli interventi presenti nel documento linee guida per l’Energy Management. Una scelta, questa, giudicata "ritardataria" dai pentastellati 

TRENTO. E' di 10 milioni di euro il maggior costo che l’ente Provincia per sé e per le scuole di sua competenza dovrà sostenere nel 2022 a causa dei rincari energetici. Il dato è stato fornito dall'assessore Achille Spinelli rispondendo ad una interrogazione depositata dal consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Alex Marini

Il consigliere aveva presentato l'interrogazione per sapere quanto fosse aumentata la spesa per riscaldamento ed energia elettrica fatta registrare dagli edifici pubblici trentini a seguito degli aumenti che si erano già registrati all’epoca.

Inoltre era stato chiesto di integrare il bilancio energetico provinciale con gli interventi di efficientamento energetico che, sempre secondo il M5S “erano già previsti ma mai realizzati”  chiedendo inoltre di aggiornare lo stesso bilancio energetico tenendo conto dell’aumentato costo dell’energia. 

LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE SPINELLI

Nella risposta dell'assessore Spinelli viene spiegato che la passata convenzione Apac per la fornitura di energia elettrica (i cui contratti di fornitura sono in scadenza a partire da maggio 2022) ha garantito una fornitura a prezzo fisso ai valori di 18 mesi fa (circa 50 euro/Mwh), evitando fino ad oggi l’aumento dei costi per il vettore energia elettrica per tutti i soggetti pubblici trentini che vi hanno aderito

Diversamente i contratti di fornitura di gas naturale e teleriscaldamento, essendo a prezzo variabile, già scontano i rilevanti aumenti degli ultimi mesi del costo del gas naturale. “Per quanto gli aumenti attuali siano sicuramente influenzati dagli avvenimenti bellici in Ucraina – viene spiegato - l’aumento del costo del gas naturale (e conseguentemente dell’energia elettrica) era già evidente nell’autunno 2021 a causa di un aumento della domanda a livello globale, in particolare da parte della Cina e del sud-est asiatico”. 

Per tali motivi si ritiene che, a meno di interventi importanti sul mercato da parte dei governi, i prezzi dei vettori energetici di riferimento per quest’anno si attesteranno a 250 euro MWh per l’energia elettrica e 90 euro/MWh per il gas naturale. 

In questo quadro il maggior costo che deve sostenere l’ente Provincia per sé e per le scuole di sua competenza sarà nel 2022 pari a circa 10 milioni di euro (grazie ai mancati aumenti per la bolletta dell’energia elettrica nei primi 4 mesi dell’anno). “Per gli anni successivi (2023 – 2024) si ritiene plausibile una leggere discesa del prezzo a 200 euro/MWh per l’energia elettrica e 80 euro/MWh per il gas naturale, mantenendo il maggior costo annuo a 10” spiega sempre l'assessore. 

Vista la situazione la Provincia è anche intenzionata ad anticipare alcuni degli interventi presenti nel documento linee guida per l’Energy Management. In particolare, si vuole agire nei confronti degli interventi di rapida cantierabilità come la control room, l’installazione di lampade a led e la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, sia sui depuratori che sugli edifici ad uso ufficio e scuole.

LE CRITICHE DEL M5S
Se da un lato i pentastellati si dicono sono contenti di aver ottenuto un valore finanziario che mettesse nero su bianco l’incremento della bolletta provinciale in fatto di energia dall'altro criticano la mancanza di interventi fino ad oggi riguardo all’efficientamento energetico degli edifici pubblici. 

Già previsto dal bilancio energetico del 2021 – viene spiegato da Marini - ci sono voluti cataclismi inimmaginabili per far anche solo prendere in considerazione l'idea di anticipare alcuni interventi. 

È stupefacente che una Provincia che si vanta da sempre della propria efficienza, nonostante numerose sollecitazioni, non si sia degnata di agire per tempo”.  Non solo ritardi ma anche immobilità negli interventi.

“Si è fatto finta di niente permettendo alla situazione di aggravarsi. Ora, forse, si correrà ai ripari, ma intanto il danno è stato fatto e del resto a pagare è sempre Pantalone, ovvero i cittadini, ai quali gli stessi soggetti che permettono e aggravano l’inefficienza delle politiche pubbliche poi promettono l’abbassamento delle tasse”.