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Casi di streptococco A: che cosa sta succedendo in Italia?

Qualche scuola chiusa (per esempio in Sicilia), un’impennata di accessi al pronto soccorso e un’elevata richiesta di tamponi in farmacia per l’individuazione dello streptococco A. Anche in Italia, come accaduto nei mesi scorsi in diversi paesi a partire dell’impennata nel Regno Unito di cui avevamo parlato, si sta verificando un aumento dei casi di infezioni scatenate dal batterio Gram positivo. Comunemente presente sulla pelle e nella gola, può però colonizzarle mantenendo tuttavia l’infezione asintomatica e di facile risoluzione, talvolta risolvibile perfino senza antibiotico. Quando però l’infezione diventa invasiva può farsi grave scatenando scarlattina, tonsilliti, impetigine. In alcuni rari casi può diventare molto grave e talvolta pericolosa per la vita, perché i batteri si disseminano nell’organismo, sangue compreso, nei muscoli profondi, nei polmoni o nel tessuto adiposo dando per esempio origine alla sindrome da shock tossico appunto da esotossine streptococciche o fasciti necrotizzanti

Le infezioni causate dai batteri

In generale, come ricordano anche i CDC statunitensi, questi batteri «possono causare molte infezioni diverse che vanno da malattie minori a malattie molto gravi e mortali» come la malattia reumatica, la glomerulonefrite acuta post-infettiva o la Pandas (Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal Infections, disturbi neuropsichiatrici infantili autoimmuni associati a infezioni da streptococco). Dipende ovviamente dal ceppo e da altre dinamiche non ancora del tutto chiarite.

Il ruolo centrale in questa fase devono averlo i pediatri. Anche per l’effettuazione e l’eventuale richiesta del tampone, che è molto utile per la diagnosi differenziale e evitare l’impiego ingiustificato dell’antibiotico. 

Le faringo-tonsilliti da streptococco beta emolitico di gruppo A (streptococcus pyogenes) sono infatti «le uniche che richiedono un trattamento antibiotico. I sintomi da tenere sotto controllo sono febbre alta, mal di gola forte, ghiandole sotto-mandibolari gonfie, presenza di essudato sulle tonsille, palato infiammato. Tutti segnali che un pediatra esperto coglie e prende in considerazione per affermare che c’è un sospetto di streptococco. In quei casi bisogna procedere con il tampone» come ha spiegato a Quotidiano sanità Antonino Reale, pediatra dell’Istituto per la salute del bambino e dell’adolescente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Come per il Covid-19, anche per il test dello streptococco – liberamente acquistabile in farmacia – occorre affidarsi a mani esperte, per esempio per abbassare la lingua e strofinare il tampone sulle tonsille. Altrimenti si rischia di ottenere falsi negativi, ritardare la terapia e aggravare il quadro sintomatico.

Altri sintomi: la scarlattina

Quanto ai sintomi, alcuni li abbiamo già visti. La scarlattina è una delle manifestazioni più frequenti e di tipo esantematico: provoca cioè un’eruzione cutanea (bisogna fare attenzione a non confonderla dunque con morbillo, rosolia, quinta e sesta malattia), e può colpire anche gli adulti. Di solito si presenta in forma non grave, è comunque altamente contagiosa e si cura appunto con gli antibiotici. I sintomi si manifestano a una settimana da contatto col batterio e sono, in generale, mal di gola, mal di testa, malessere generale e febbre sopra 38 gradi con ingrossamento dei linfonodi. L’esantema (cioè le macchie rosso-rosate che scompaiono premendoci un dito sopra e poi riappaiono e causato da una tossina del batterio) muove inizialmente dal torace, dalla schiena e dalla pancia per poi espandersi agli arti. La pelle risulta ruvida al tatto e a livello di ascelle e gomiti il rossore può essere più evidente. Anche il viso, a eccezione della bocca, può arrossarsi. La scarlattina è contagiosa dal periodo della comparsa dei disturbi fino a circa 24 ore dopo l'inizio della terapia antibiotica e guarisce in una settimana. Il principio attivo di elezione sia per le infezioni lievi che per le forme più gravi da streptococco A è l’amoxicillina, della famiglia delle penicilline; in caso di allergia a questo antibiotico si può optare per l’eritromicina, che può però – come spiega Humanitas - essere associata a resistenze.

E il classico mal di gola?

Al di là della scarlattina il mal di gola, uno dei sintomi più frequenti nei bambini, può ovviamente generare confusione nei genitori. Nel 70% dei casi, infatti, è di origine virale e non batterica (e dunque, di nuovo, l’antibiotico non serve). Quando il tampone risulta positivo allo streptococco A ci sono circa cinque giorni a disposizione per avviare la terapia. Sempre che, come spiegano i pediatri, vi siano dei sintomi: «Lo streptococco può causare davvero moltissime forme di infezione – spiega a Vanity Fair la pediatra Antonella Mosca - l’unico modo per avere una diagnosi certa è il tampone. Alcuni pediatri nei propri studi anche quello rapido che consente di capire se il bambino con febbre da più di 24 ore sopra 38 gradi, dolore alla deglutizione, presenza di placche o tonsille ipertrofiche rosse e lingua a fragola o anche presenza sul corpo di un rash che potrebbe far pensare alla scarlattina abbia realmente lo streptococco. Non bisogna dunque correre a fare il tampone a chiunque ma solo a chi ha sintomi. Altrimenti è inutile: in molti casi i bambini potrebbero essere portatori sani di streptococco e in certe occasioni perfino cronici, dunque fornire un tampone positivo, senza che questo significhi che c’è un’infezione in corso».\

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