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Cessate il fuoco e soluzioni concordate, appello di Papa Francesco a Putin e Zelenski

Nell’Angelus per la pace il Pontefice ammonisce sul ricorso all’atomica in una guerra di per sé già assurda

Foto Ansa

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Putin e Zelenski chiamati in causa direttamente, ma anche tutti i responsabili delle nazioni chiamati da papa Francesco in causa con l’appello per la pace poiché, quella in corso in Ucraina, appare sempre più il primo atto di una vera e propria guerra mondiale avviata da sette mesi e a rischio di una nuova fase del conflitto con il ricorso evocato alle armi atomiche. Un appello all’Angelus senza precedenti per contenuti e modalità a cercare soluzioni concordate, superando la tentazione dell’odio, partendo da un cessate il fuoco per congelare l’escalation. Il papa è mosso da una preoccupazione enorme all’altezza del pericolo enorme di un allargamento del conflitto senza ritorno.

La grande preoccupazione di Papa Francesco

“L’andamento della guerra in Ucraina – ha detto Francesco alla folla di pellegrini in Piazza san Pietro - è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione. Per questo oggi vorrei dedicarvi l’intera riflessione prima dell’Angelus. Infatti, questa terribile e inconcepibile ferita dell’umanità, anziché rimarginarsi, continua a sanguinare sempre di più, rischiando di allargarsi”. Ascoltandolo si è provato la sensazione di un tentativo estremo del papa afflitto dai “fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi”, addolorato dalle “migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori".

Umanità si trova davanti alla minaccia atomica

"Certe azioni – ha scandito il Papa - non possono mai essere giustificate, mai! È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo”. Un appello non improvvisato, ma costruito, ma deciso a fronte della sordità finora dimostrato dalla politica internazionale. “Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni”.

Azioni contrarie ai principi del diritto internazionale

Azioni e reazioni degli ultimi giorni, l’annessione forzosa di territori ucraini alla Russia, la reazioni di sanzioni dell’Occidente alla Russia esprimono che la dinamica prevalente dell’attuale geopolitca è la stessa che si è mostrata incapace di evitare il conflitto, di stopparlo subito, di parlarsi con sincerità avendo le persone e la pace al primo posto anziché interessi economici e di potenza. “Deploro vivamente la grave situazione creatasi negli ultimi giorni, con ulteriori azioni contrarie ai principi del diritto internazionale. Essa, infatti, aumenta il rischio di un’escalation nucleare, fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale”. E proprio l’incontrollabilità di un contenzioso ideologico tra sordi che rende vano ogni sforzo per la pace che invece chiede a tutte le parti di tornare alla moderazione e cercare una composizione ragionevole e veritiera degli interessi in campo. Le parole di Francesco hanno richiamato parole di altri pontefici rimaste inascoltate nella prima e nella seconda Guerra mondiale.

L'appello a Putin e Zelenski

“Il mio appello – ha detto il Papa - si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo. Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia! Dopo sette mesi di ostilità, si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore!”.

Cristiani ricorrano alla preghiera

In coda all’appello drammatico a fermare la guerra, papa Francesco ha messo la richiesta ai cristiani a ricorrere all’unica arma che resta per evitare il peggio: la preghiera. “Confidiamo nella misericordia di Dio, che può cambiare i cuori, e nell’intercessione materna della Regina della pace, nel momento in cui si eleva la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei, spiritualmente uniti ai fedeli radunati presso il suo Santuario e in tante parti del mondo”. Che la guerra in corso sia diventato il primo pensiero dell’azione di Francesco lo si era capito anche nell’incontro con i gesuiti in Kazakistan dove a metà settembre aveva partecipato all’incontro dei leader delle religioni mondiali per la pace. Anche allora non aveva esitato ad affermare: “È in corso una guerra e credo sia un errore pensare che sia un film di cowboy dove ci sono buoni e cattivi. Ed è un errore anche pensare che questa è una guerra tra Russia e Ucraina e basta. No: questa è una guerra mondiale”. Dopo l’Angelus odierno il papa ha espresso vicinanza alle popolazioni di Cuba e Florida colpite dall’uragano e ha pregato “anche per quanti hanno perso la vita e sono rimasti feriti negli scontri scoppiati dopo una partita di calcio a Malang in Indonesia”.