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Champions, è il giorno di City-Inter

Oggi la finale all'Ataturk Stadium di Istanbul, fischio d'inizio alle 21

L’attesa è finita, alle 21 di oggi andrà in scena l’ultimo atto della finale di Champions League tra Manchester City e Inter allo stadio Ataturk di Istanbul. Da un lato l’ossessione di una squadra perfetta e dal gioco illuminante, dall’altro il sogno e la favola di chi vuole riscrivere la storia. Una finale in cui gli inglesi e i nerazzurri mettono sul piatto le stesse pesanti ambizioni, viste però da prospettive diverse.

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— UEFA Champions League (@ChampionsLeague) June 10, 2023

Il club di Guardiola ha l’obbligo a Istanbul di chiudere il cerchio dopo il ‘doblete’ e i cinque successi di Premier League in 6 anni e punta a issarsi sul tetto d’Europa dopo falliti inseguimenti. Quello nerazzurro vuole da illustre ‘underdog’ replicare la notte magica di 13 anni fa, quella del Triplete di Mourinho. Il tecnico piacentino, re di Coppa soprattutto sul fronte nazionale, con i suoi trofei in Supercoppa e Coppa Italia, mostra fiducia e ottimismo, affidandosi a due elementi fondamentali che gli hanno finora garantito grandi successi nel giorno delle finali, la testa e il cuore.

Inzaghi: “Non vogliamo fermarci”

“Stiamo assaporando il momento, ma non vogliamo fermarci. L’obiettivo è giocarci la finale nel migliore dei modi. Sarà la 57esima partita per noi e le prime 56 ci hanno permesso di arrivare alla finale attraverso momenti difficile, sconfitte meritate e immeritate, infortuni. I ragazzi si sono stretti, abbiamo ascoltato poco le critiche e ci abbiamo messo un impegno folle arrivando qua ad Istanbul”, ha dichiarato Inzaghi in conferenza stampa.  La sua Inter non pensa sia sottovalutata da Guardiola, anzi: “Abbiamo tanto rispetto per il Manchester City che è la miglior squadra del mondo, ma credo che anche loro lo abbiano per noi. In campo saremo undici contro undici e vogliamo giocarci le nostre carte”. La sua ricetta è sempre la stessa: “Dovremo fare una partita di una concentrazione assoluta, evitare gli errori e dare il massimo. Il centrocampo sarà molto importante, ma saranno molto importanti le gambe, la testa e il cuore: le gambe saranno importanti per fare una corsa in più, la testa per rimanere lucidi in tutti i momenti, mentre il cuore in queste partite ti fa trovare energie sconosciute”. Dubbi di formazione ne ha pochi e riguardano l’armeno Mkhitaryan. “Ha fatto il primo allenamento completo dopo 22 giorni. Ci sono buone sensazioni e dovrò decidere se farlo partire dall’inizio o metterlo a partita in corso. Non può essere al 100%, ma sta meglio. Vediamo e poi sceglierò”. Consacrato dal presidente Zhang che lo ha definito ‘un dono’ elogiando la sua ‘forza tranquilla’, l’uomo che ha vinto le ultime sette finali vuole confermare il ruolo di ‘specialista’ e confermarsi: “Ho la fortuna di allenare giocatori che sanno giocare queste partite. Abbiamo giocato tante partite importanti: campioni del mondo, campioni d’Europa, gente che sa gestire bene i particolari. Sono quelli che faranno la differenza”. Tra questi c’è Lautaro Martinez, che sei mesi fa si giocava la finale del Mondiale. ‘El Toro’ scalpita e non vede l’ora di fare il bis a completamento di una stagione da sogno: “Sono le due finali più importanti per un giocatore, l’unica cosa che cambia è la maglia. Le sensazioni sono le stesse, uniche. Siamo arrivati fin in fondo ed è merito del lavoro fatto tutto l’anno in gruppo, che è quello che conta per ottenere l’obiettivo”. C’è però da arginare la forza arrembante del City e quella esplosiva di Haaland. Il vichingo norvegese è l’osservato speciale numero uno ma Inzaghi avverte che non sarà solo su di lui che ruoterà il match: “Abbiamo predisposto qualcosa ma sarà tutta l’Inter che si dovrà difendere ed essere brava a limitare tutto il City”.

Guardiola ha “le farfalle nello stomaco”

Dall’altra parte Guardiola con tono serafico sa come accendere la sfida confidando sulla qualità dei suoi uomini e del suo gioco: “Le ‘farfalle’ si muovono nello stomaco e si muoveranno di più anche domani. Ma non si deve dimenticare che è una partita di calcio, dobbiamo fare quello che sappiamo fare e provare a vincere sul campo. Altro non si può controllare”. Per Pep, la condizione fisica, a questo punto della stagione, sarà importante: “I giocatori sono tutti molto stanchi. In questo genere di partite la storia conta poco. Ad essere fondamentale è la performance della squadra per tutti i 95 minuti. L’Inter ha molta qualità, sia in fase di possesso che in zona gol nella connessione che il loro centrocampo ha con gli attaccanti. Si può anche perdere. Se vinceremo saremo la squadra più forte d’Europa, se perderemo saremo la seconda e comunque non sarà un fallimento”. Ma il City quella coppa ‘dalle grandi orecchie’, inseguita dal 2008 e persa in finale nel 2021 contro il Chelsea, non vuole farsela sfuggire un’altra volta. “Una ossessione? C’è sempre una sua percentuale per certi traguardi ed è anche positiva – ha chiosato Guardiola con un piccolo sorriso – ma fondamentalmente questa Coppa è un sogno”.

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