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Cingolani crede ancora al tetto ma l'Ue si spacca sul gas Bollette +80%, inflazione record. "Errore seguire la Fed"

La soluzione per il caro-gas potrebbe essere una 'forbice' al tetto del prezzo

"L'Europa è vicina alla rottura sulla crisi energetica", scrive Repubblica. La Commissione europea e gli Stati, o almeno un quindicina di loro, continuano il braccio di ferro sul tetto al prezzo del gas per ridurre i costi dell'energia e alleviare il peso, sempre più insostenibile, sulle famiglie. Il Consiglio straordinario dei ministri dell'Energia si è chiuso con l'impegno, da entrambe le parti, di continuare a lavorare e a limare le proprie proposte. Un punto d'incontro potrebbe essere un price cap a range (o forbice o forchetta) che prevede un minimo e massimo del prezzo in modo da ridurre i costi senza però mettere a rischio la fornitura.

Roberto Cingolani dice in un'intervista al Corriere della Sera che l'incontro europeo sarebbe però andato "molto meglio di quello che io stesso potessi pensare ventiquattr’ore prima. Avrebbe potuto esserci uno scontro al Consiglio dei ministri straordinario dell’Energia, anche perché la Commissione europea aveva ignorato la lettera dell’Italia e di altri 14 Paesi — fra i quali Francia, Spagna, Polonia e Belgio — che chiedeva una sua proposta precisa per arrivare un tetto al prezzo del gas proveniente da qualunque Paese". Secondo Cingolani, si è più vicini a un accordo sul tetto e al Corriere parla del tedesco Haebeck come di una persona di "grande lealtà. E credo che ci siamo capiti. Robert è una persona aperta a confrontarsi e collaborare, non è uno che si chiude solo perché la Germania è economicamente e finanziariamente più forte. A lui ho detto che non aveva senso non far niente sul problema che c’è, quello del prezzo eccessivo, solo perché ci preoccupiamo di un problema di scarsità che potrebbe esserci domani".

La Commissione - ormai obtorto collo - si impegna a prendere in considerazione l'ultima limatura presentata dagli Stati. "Il price cap generalizzato è un'opzione legittima ma richiede un intervento radicale nel mercato che necessità di diverse condizioni non negoziabili che dovranno essere attuate prima che entri in funzione", ha spiegato la commissaria all'Energia Kadri Simson.

Una mini apertura della Commissione riguarda la fissazione di un tetto al prezzo del gas per la formazione del prezzo dell'elettricità. Ma la differenza - tra il tetto amministrato e il prezzo di mercato - sarebbe a carico degli Stati. Come avviene già nella Penisola Iberica e come avverrà in Germania, che ieri ha annunciato il maxi piano di aiuti da 200 miliardi di euro, attirandosi le critiche degli altri Stati. Mette d'accordo tutti (o quasi, sicuramente contrari i Paesi Bassi) la necessità di intervenire sul Ttf, la Borsa del gas di Amsterdam. Un'ipotesi - ha spiegato Cingolani - è di "indicizzare il costo del gas a qualcosa di diverso dal Ttf, facendo una media sui grandi indicatori come possono essere l'Henry Hub, il Brent e altri indicatori mondiali".

Inlazione record dal 1983, Visco: "Errore seguire la Fed"

Intanto, però, come spiega il Corriere della Sera, "si va verso un rincaro del 75-80% per le bollette del gas di ottobre. La stima, calcolata da Staffetta Quotidiana, è stata confermata ieri al Corriere dal presidente dell’Autorità Arera Stefano Besseghini. «Con il prezzo medio del gas sul Psv (il mercato italiano all’ingrosso, ndr) a circa 190 euro a megawattora per il mese di settembre — ha dichiarato Besseghini — l’aumento delle tariffe sarà di quell’ordine». L’ufficialità si avrà martedì, quando l’Autorità di Regolazione per energia reti e ambiente annuncerà l’aggiornamento tariffario delle utenze per chi è in regime di maggior tutela". 

L'inflazione, spiega sempre il Corriere della Sera, è a livelli record dal 1983. Sul punto è intervenuto Ignazio Visco. "I tassi d'interesse dell'Eurozona devono continuare a salire, ma con prudenza: la Bce non deve seguire la Fed e non deve legarsi le mani con l'ipotesi di ritocchi al costo del denaro "straordinariamente elevati". Il governatore della Banca d'Italia predica cautela sulla strada della stretta monetaria anche se, avverte, ancorare le aspettative inflazionistiche resta una priorità: una rincorsa tra salari e prezzi, dice intervenendo a una conferenza a Firenze, sarebbe "vana e dolorosa".

L'onere dello shock energetico, rileva, è "ineludibile", come lo fu negli anni Settanta la "tassa dello Sceicco". Al governo il compito di redistribuirne il peso tra cittadini e imprese, ma con l'avvertenza di non far deragliare il percorso di rientro del debito pubblico. In caso contrario, osserva, a pagarne le conseguenze sarebbero i giovani. Ai 'falchi' dell'Eurotower Visco dice che le differenze tra l'economia degli Usa e quella dell'Eurozona "suggeriscono che ipotizzare che la Bce segua ciecamente la Riserva federale nei prossimi mesi potrebbe essere un grave errore".

L'elevata incertezza delle prospettive economiche, aggiunge, invita alla "prudenza nel fissare il 'ritmo' dei rialzi dei tassi e sconsiglia vivamente di mirare a raggiungere un valore terminale predeterminato per i tassi ufficiali". Anche per questo sarebbe "sbagliato legarci le mani con ipotesi di incrementi straordinariamente elevati quali quelli che da alcune parti si leggono". Correre troppo finirebbe "per aumentare i rischi di una recessione".

L'ancoraggio delle aspettative inflazionistiche resta però fondamentale. Il forte aumento dell'inflazione seguito alla fine della pandemia e allo shock energetico provocato dall'invasione della Russia in Ucraina, spiega Visco, "non può essere ignorato dalla banca centrale: occorre contrastare con decisione il rischio che possa causare un aumento delle aspettative d'inflazione e portare a sua volta a una vana e dannosa spirale tra salari e prezzi".

Per far fronte al deterioramento del quadro economico, tuttavia, la politica monetaria da sola potrebbe non bastare. "Occorre comprendere", sostiene il governatore, "che, come per la 'tassa dello sceicco' degli anni Settanta, lo shock" energetico "è un onere ineludibile per l'intera area dell'euro, e soprattutto per i paesi più colpiti, come è senza dubbio l'Italia". E "garantire il contenimento degli effetti di questo shock richiederà non solo una risposta incisiva e adeguata da parte della politica monetaria, ma anche la responsabilità delle parti sociali e il contributo della politica di bilancio".

Il tentativo di annullare completamente l'impatto dello shock energetico "sui redditi da lavoro e da capitale", avverte il governatore, "sarebbe vano e finirebbe inevitabilmente per avere ripercussioni sull'inflazione". Certo, prosegue, la politica di bilancio, "può ridistribuire gli effetti dello shock tra consumatori, fattori produttivi, generazioni presenti e future, con interventi mirati e temporanei a sostegno delle famiglie e delle imprese più colpite".

Ma "se si decidesse di far pesare la redistribuzione soprattutto sulle generazioni future essenzialmente con l'emissione di debito pubblico, si rischierebbe di caricare queste ultime di oneri ingiusti e di alimentare ulteriormente l'inflazione attuale e attesa".

Per l'Italia, in particolare, conclude Visco, "ciò comporterebbe anche il rischio di far deragliare il debito pubblico dal percorso di rientro, in rapporto al prodotto, iniziato lo scorso anno - un percorso necessario per preservare la possibilita' di ritorno a una crescita economica forte e duratura".

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