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Cinque ore morto in strada, “Nessuno ci ha chiesto scusa”

“Mio fratello morto, per cinque ore sull’asfalto per un cavillo burocratico e nessuno ci ha mai chiesto scusa”. Teodoro Garruto, fratello di Michele Garruto, morto tragicamente il 7 luglio 2022 nel terribile incidente stradale in moto sulla bretella che collega Ceriano Laghetto a Rovello Porro, si è affidato all’Associazione italiana famigliari e vittime della strada Aps per chiedere giustizia per quello che ha subito, insieme a tutti i famigliari e gli amici di Michele, in quel drammatico pomeriggio di luglio.

Michele, residente a Solaro era un  parrucchiere di 30 anni,  con negozi a Solaro e Rovellasca, ha perso la vita in moto “senza violare nessuna norma del Codice della strada, impattando contro un veicolo da lavoro che invertiva il suo senso di marcia da una piazzola di sosta sulla strada provinciale , con doppia striscia continua” -scrive Teodoro.

Incidente a Saronno, ma al confine con Ceriano Laghetto e Rovello Porro, rimpallo di competenze 

Ma alla tragedia della morte di Michele, si aggiunge lo strazio per quel che accade nelle ore successive. Il racconto di Teodoro è da brividi: “Rimaniamo circa un ora ad osservare il cadavere coperto e nel frattempo tutti i nostri cari si sono radunati sul luogo. Dopo circa un’ora e mezza ecco arrivare la prima volante dei carabinieri che dicono non è di nostra competenza, poi dopo 3 ore dall’incidente arrivano altre 3 pattuglie… tutte da paesi diversi di province diverse. Solo dopo 4 ore iniziano i rilievi dopo molte telefonate fatte a non so chi. Il cadavere viene rimosso quasi alle 17”.

Quel che accadde in quel caldo pomeriggio di luglio e che abbiamo raccontato a suo tempo, rientra in una delle pagine più vergognose della burocrazia italiana: una strada lunga poco meno di 2 km che attraversa però le competenze di 3 comuni (Ceriano Laghetto, Saronno, Rovello Porro), 3 province (Monza Brianza, Varese, Como), 3 Procure della Repubblica (Monza, Busto Arsizio, Como), 3 diversi comandi compagnia di Carabinieri (Desio, Saronno, Cantù).

Tre comuni, tre province, tre Procure, con il morto per cinque ore sull’asfalto 

Sono servite più di 4 ore per capire chi avrebbe dovuto occuparsi di quel dannato incidente, più di 4 ore trascorse con il cadavere di un ragazzo di 30 anni sull’asfalto. Una vergogna contro la quale si era scagliato con un video durissimo, ripreso da molti siti anche Francesco Facchinetti, amico personale di Teodoro. “Nessun rappresentante dello Stato, nessun uomo in divisa, in questi 8 mesi, ha trovato quel briciolo di umanità per venire a chiederci scusa per quanto accaduto. Ma quello che mi fa stare ancora più male, purtroppo, è il pensiero che quel che è accaduto quel giorno può ripetersi ancora domani, perché che io sappia nessuno ha fatto nulla per evitare che possa ripetersi una situazione del genere e ancora oggi non sono chiare le competenze e le responsabilità su quella strada”.

La terribile scena dell’incidente in cui ha perso la vita Michele Garruto

Per il conducente del camion ora c’è l’avviso di garanzia, indagini in corso, ancora non è stato deciso nemmeno l’eventuale rinvio a giudizio.

Gabriele Bassani

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