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Coldiretti Lazio incontra il ministro Lollobrigida e Francesco Rocca

Dal cibo sintetico alla farina di insetti, ma anche le ripercussioni dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola, decisamente in calo, con tutti i rischi che ne conseguono per le aziende agricole. Sono alcuni dei temi trattati oggi nella Tavola rotonda organizzata all’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni da Coldiretti Lazio: “Il Made in Italy non ha grilli per la testa”, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, insieme al candidato alla presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca e al vice presidente di Coldiretti, David Granieri.

“Quella della farina di insetti è una deriva allarmante – spiega il vice presidente di Coldiretti, David Granieri – che rischia di creare seri rischi per la salute, così come il cibo sintetico, sul quale la Coldiretti sta facendo un’altra grande battaglia. Da sempre lavoriamo per promuovere il vero made in Italy e all’obbligo dell’origine in etichetta e contro l’italian sounding per la valorizzazione della filiera corta”.

Ma c’è un’altra minaccia per l’agricoltura ed è quella rappresentata dai cambiamenti climatici, che stanno causando un preoccupante calo delle produzioni e un conseguente aumento dell’inflazione. Più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari. “Bisogna lavorare alla realizzazione di nuovi invasi – conclude Granieri – e alla sburocratizzazione del Psr, che deve prevedere maggiore attenzione ai giovani. Per loro fondamentale la formazione. Stiamo lavorando molto in questo ambito con la realizzazione di veri e propri poli di formazione e di nuove figure professionali, come quella dell’Evologo”. 

Quello della formazione è un tema trattato anche dalla dirigente scolastica dell’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni, Patrizia Martini.

“Alla tavola rotonda organizzata da Coldiretti Lazio – spiega il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida –  insieme a Francesco Rocca abbiamo parlato delle prospettive dell’agroalimentare laziale e nazionale, oltre che degli strumenti che la politica ha a disposizione per liberare le energie migliori del nostro territorio. L’agricoltura deve tornare ad essere centrale per la nostra Nazione e un’opportunità per le future generazioni”.

“L’agricoltura è una delle risorse più importanti della nostra regione – spiega il candidato alla presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca – e sarà una priorità. Daremo maggiore ascolto a questa realtà per facilitare la vita degli agricoltori anche attraverso processi di snellimento della burocrazia. Lavoreremo molto sugli invasi e con i consorzi di bonifica per risolvere i problemi legati alla carenza idrica che si ripercuotono sull’agricoltura. Abbiamo delle risorse agroalimentari preziose che devono essere valorizzate di più e lo faremo”.

L’incontro è stato moderato dalla giornalista del TG5, Francesca Cantini e ha visto tra i protagonisti anche i giovani agricoltori della Coldiretti Lazio, che hanno raccontato la propria esperienza in questo settore, mettendo in evidenza quelle che sono le difficoltà e le strategie da mettere in atto. Da Francesco Bracci, che a 26 anni decide di riprendere in mano l’azienda ormai dismessa dal nonno ad Alatri, dove alleva bovini da latte e ha un punto vendita. Ha dovuto rinunciare al Piano di Sviluppo Rurale a causa dell’incertezza dei tempi di realizzazione. Questo è uno dei temi maggiormente invocati dai giovani che proprio sul Psr chiedono maggiore attenzione e sburocratizzazione. A parlare della sua realtà imprenditoriale anche Enrico Vettori, delegato dei giovani di Coldiretti Viterbo, che a 33 anni, dopo gli studi in giurisprudenza, ha deciso di non abbandonare la terra ed è subentrato alla gestione aziendale dopo il nonno. Ha messo in evidenza la necessità di creare nuovi invasi per far fronte alla carenza idrica e la necessità di non installare pannelli fotovoltaici a terra, che mangiano suolo agricolo produttivo.