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Collegamento Comelico-Val Pusteria tra quote basse e territorio integro, la Provincia di Belluno non ha dubbi: ''Investimento strategico e la sostenibilità è una priorità''

COMELICO SUPERIORE. "E' un'opportunità di sviluppo importante per un'area che soffre la dinamica dello spopolamento di montagna". Queste le parole di Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. "Abbiamo sempre sostenuto questo progetto, un piano che riteniamo strategico per risolvere i problemi infrastrutturali della zona".

Negli scorsi giorni è arrivato il parere favorevole della Soprintendenza al Paesaggio di Venezia alla realizzazione del collegamento tra Comelico Superiore e la val Pusteria. Un ok molto atteso sul territorio. Il via libera al progetto "Stacco" ha incassato il placet di Confartigianato Belluno (Qui articolo) mentre il Cai Alto Adige è intervenuto per esprimere più di un dubbio sulla bontà dell'iniziativa (Qui articolo). 

"Non sembra l'investimento più adatto per una zona di pregio che può e deve puntare su una forma di turismo più sostenibile", il commento a Il Dolomiti di Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai Alto Adige. "Questo investimento rischia di prestarsi alla speculazione a discapito proprio della popolazione locale. Non c'è un'imprenditoria turistica forte e l'area è costellata di seconde case sostanzialmente vuote: non ci sono molte strutture ricettive e le Terme di Valgrande, che potrebbero essere un valore aggiunto, sono chiuse. La strada da percorrere per contrastare lo spopolamento in montagna è un'altra".

L'investimento si aggira sui 40 milioni, incaricata la società Drei Zinnen per l'esecuzione dei lavori. Le risorse vengono attinte in gran parte dai Fondi per i Comuni di confine mentre il resto della copertura è in forma privata per l'intervento già stabilito dalla società presieduta da Franz Senfter.

"E' un'operazione che si basa su una partnership importante tra pubblico e privato", spiega il presidente della Provincia di Belluno. "Questo intervento può dare una spinta, anche turistica, al Comelico; una zona di confine che necessità di un rilancio vigoroso, soprattutto per contrastare una dinamica molto forte dello spopolamento di montagna. In questo modo si può stimolare il tessuto economico, senza dimenticare la possibilità di creare una rete di servizi a beneficio di un territorio molto bello e con potenzialità".

Nel frattempo, in questi 20 anni circa, le sensibilità turistiche sono mutate e sono sempre più visibili gli effetti della crisi climatica con temperature sempre più alte e inverni più miti e con poche precipitazioni, soprattutto nevose. E gli impianti per mettere in rete il carosello di Sesto Pusteria e Versciaco con il piano di collegamento da Padola Valgrande e da lì al monte Colesei con piste di rientro da passo monte Croce andrebbe a sorgere nella Skiarea val Comelico che s sviluppa a una quota inferiore ai 2 mila metri. Da non sottovalutare poi che si incide su un territorio rimasto a oggi piuttosto integro.

"La sostenibilità è una priorità ma questo impianto di collegamento può rispondere a diverse necessità con impatti minori rispetto a una mobilità basata su gomma. Questo investimento può rappresentare un'integrazione a livello infrastrutturale con la massima attenzione a salvaguardare l'ambiente con una formula equilibrata per rafforzare anche quella economica e sociale", conclude Padrin.