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Collegamento sciistico Comelico-Pusteria, il Cai: ''Grande perplessità tra rischio speculazione e di rovinare un'area bellissima con un'infrastrutturazione sbagliata''

COMELICO SUPERIORE. "Sono perplesso". Queste le parole di Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai Alto Adige, nel commentare il parere favorevole della Soprintendenza al Paesaggio di Venezia alla realizzazione del collegamento tra Comelico Superiore e la val Pusteria. "Non sembra l'investimento più adatto per una zona di pregio che può e deve puntare su una forma di turismo più sostenibile".

Il via libera al progetto "Stacco" ha incassato il placet di Confartigianato Belluno (Qui articolo) ma il Cai esprime dubbi sulla bontà dell'iniziativa. "Questo investimento rischia di prestarsi alla speculazione a discapito proprio della popolazione locale", aggiunge Zanella. "Non c'è un'imprenditoria turistica forte e l'area è costellata di seconde case sostanzialmente vuote: non ci sono molte strutture ricettive e le Terme di Valgrande, che potrebbero essere un valore aggiunto, sono chiuse. La strada da percorrere per contrastare lo spopolamento in montagna è un'altra".

Un collegamento sciistico che attende di diventare realtà da una ventina d'anni e che solo ora è stato valutato con un semaforo verde negli scorsi giorni. "La Regione Veneto - commenta Zanella - non si è interessata quando il contesto sarebbe stato più favorevole. Adesso che organizzano le Olimpiadi, si sono accorti delle loro montagne, dimenticate per decenni dall'agenda politica a Venezia".

Nel frattempo, in questi 20 anni circa, le sensibilità turistiche sono mutate e sono sempre più visibili gli effetti della crisi climatica con temperature sempre più alte e inverni più miti e con poche precipitazioni, soprattutto nevose. E gli impianti per mettere in rete il carosello di Sesto Pusteria e Versciaco con il piano di collegamento da Padola a Valgrande e da lì al monte Colesei con piste di rientro da passo monte Croce andrebbe a sorgere nella Skiarea val Comelico che s sviluppa a una quota inferiore ai 2 mila metri. Da non sottovalutare poi che si incide su un territorio rimasto a oggi piuttosto integro.

"Sono tante le perplessità rispetto a questo progetto. Manca un ragionamento complessivo di rilancio". prosegue il presidente del Cai."Si parla inoltre di dover deforestare un'ampia zona per far spazio agli impianti. Le piste poi sono a quote basse e esposte al sole, questo significa prevedere bacini e potenziamento degli impianti di innevamento programmato con conseguente consumo d'acqua. Si dovrebbe pensare a sviluppare altre forme di turismo più adatte a questa zona, ci sono tutte le carte in regola per puntare su attività sostenibili".

L'investimento si aggira sui 40 milioni, incaricata la società Drei Zinnen per l'esecuzione dei lavori. Le risorse vengono attinte in gran parte dai Fondi per i Comuni di confine mentre il resto della copertura è in forma privata per l'intervento già stabilito dalla società presieduta da Franz Senfter.

"Resta da capire se per la parte altoatesina si ricorre poi ai finanziamenti provinciali, l'area di Sesto Pusteria è considerata tra quelle secondarie e potrebbe rientrare del 75% con soldi pubblici. In val di Funes e in val Casies hanno rifiutato l'ipotesi di portare avanti progetti simili e anche l'Austria non intende procedere con un collegamento con la val Pusteria. Segno che un investimento di questo tipo sarebbe anacronistico. La zona è bellissima e il Comelico rischia di perdere l'opportunità di sfruttare i punti di forza dell'area", conclude Zanella.