“Primo fra tutti è che non sono conosciute le dinamiche per intero che precedono le immagini diffuse sui social, che hanno determinato l’intervento degli agenti della polizia locale, e per le quali attendiamo di conoscere meglio la relazione di servizio.
In secondo luogo non può sfuggire che gli agenti in causa sono i medesimi che in altre occasioni si sono distinti per capacità operativa, proprio a tutela dell’incolumità psicofisica individuale, quanto a difesa dell’ordine pubblico collettivo, quando minacciato da soggetti pericolosamente alterati. E per tali interventi hanno ricevuto encomi.
Per cui non può non destare stupore la dicotomia tra i differenti accadimenti, tanto da motivare maggiore riflessione e prudenza sui giudizi, e ancor più in considerazione che, ormai, saranno gli organi inquirenti a stabilire una verità di tipo processuale, oltre a una indagine interna all’Amministrazione comunale. E specifichiamo “verità processuale”, perché, come è ovvio, non può tenere conto del contesto sociale più generale, dove i cittadini e lavoratori sono pervasi da una crescente rabbia sociale. Questa dovuta per le difficoltà a reggere una crisi economica che investe le proprie famiglie, unitamente a una precarietà del presente come del futuro, e che spesso può portare a un rifiuto o disconoscimento dell’autorità, intesa come rappresentante dello Stato vissuto però come distante e insensibile ai propri bisogni: ma questo non può esimere il cittadino dal rispetto delle leggi e dei servitori delle stesse.
Ma ugualmente lavoratori sono le donne e gli uomini delle forze dell’ordine, e quindi della polizia locale, che non versano in condizioni migliori del resto dei lavoratori, con in più l’alto livello di stress determinato proprio dalla loro peculiarità e responsabilità di applicare leggi e norme, come altre disposizioni, emanate da Comune, ma anche dallo Stato, Regioni e altre autorità competenti sul territorio, e che a volte sono vissute dai cittadini come vessatorie , ma per la quale gli agenti di polizia Locale esercitano solo un dovere.
Ricordiamo che per legge gli agenti della Polizia Locale hanno gli stessi doveri di Polizia di Stato e Carabinieri: hanno l’obbligo di contestare immediatamente una infrazione quando il contravventore è presente. Per farlo hanno l’obbligo di chiedere i documenti e il contravventore di esibirli e, se si sottrae, l’agente di polizia locale, con le funzioni di agente di pubblica sicurezza, ha l’obbligo-dovere di accompagnarlo in centrale per l’identificazione.
Ugualmente tutto questo non può esimere l’operatore delle forze dell’ordine a procedere con circospezione, lì dove il contesto lo consente. Ma saranno altri organi terzi a stabilire tutto questo.
Il nostro auspicio rimane che tutti i lavoratori coinvolti ritrovino le ragioni per una serenità individuale.
In particolare quelli della Polizia Locale, tutti, le motivazioni che devono fare di loro un riferimento per ogni cittadino onesto e perbene, a garanzia dei diritti e doveri uguali per tutti, come della vivibilità quotidiana.
E il corpo della Polizia Locale del Comune di Taranto può vantare una lunga storia e tradizione al servizio dei cittadini, testimoniata da tutti gli agenti e comandanti che l’hanno attraversato, con spirito di lealtà con qualsiasi Amministrazione, e fino ad arrivare agli attuali Agenti e Comandante, che in ogni caso non meritano la gogna mediatica”.