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Come si vota il 25 settembre: i collegi uninominali e plurinominali. Trova il tuo e quali candidati votare

Il 25 settembre per le seconde elezioni politiche, gli italiani si troveranno a votare con il Rosatellum, la legge elettorale che prende il nome da Ettore Rosato bistrattata da tutti ma modificata da nessuno perché in questa legislatura non è arrivata in porto nessuna riforma elettorale.

Si tratta di un sistema elettorale misto per Camera e Senato. Un terzo circa dei parlamentari è eletto in collegi uninominali e circa due terzi in collegi plurinominali, con liste bloccate.

Ci saranno però meno parlamentari nelle prossime camere, come risultato della riforma costituzionale approvata in questa legislatura: da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori (di cui 4 eletti all'estero).

Scorrendo la pagina potrete trovare il database interattivo di collegi e candidati: basta inserire il vostro comune (o il vostro quartiere se vivete in una grande città) e vi restituirà i collegi di cui fate parte, i candidati della parte uninominale e i nomi compresi nei listini dei partiti della parte proporzionale.

Domande e risposte sulla legge elettorale, tutte le 'puntate':

  1. Perché si chiama Rosatellum (e altre domande)?
  2. Come si voterà all'estero e molto altro
  3. Voto disgiunto, astensione parziale e 'matematica' del proporzionale....
  4. Rosatellum, chi lo ha proposto, chi lo ha votato
  5. Soglie di sbarramento e il caso Italexit

Collegi uninominali e collegi plurinominali

I collegi sono le porzioni di territorio in cui è diviso un Paese. Ogni legge elettorale prevede dei collegi, che al limite può essere uno solo e coincidere con il territorio nazionale. Normalmente, i collegi servono a collegare gli eletti a un determinato territorio, per responsabilizzarli rispetto agli interessi della popolazione, anche se l'articolo 67 della Costituzione chiarisce che "ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione" nel suo complesso (e si completa con "ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato").

In Inghilterra, per fare un esempio, il territorio è diviso in tanti collegi quanti sono i parlamentari da eleggere. Ogni territorio elegge un solo candidato, che è quello che - in quel territorio - ha preso più voti (ne basta anche uno solo di più degli avversari). E' il sistema maggioritario puro, anche detto first past the post, ovvero: il più votato è eletto. E' il sistema elettorale che noi usiamo per i governatori delle Regioni: il più votato è eletto, senza soglie di alcun tipo. Il maggioritario - che può avere un doppio turno, come per i sindaci - è l'unico sistema possibile per le cariche monocratiche.

Quando si devono eleggere più candidati entrano in gioco sistemi più complessi. L'Inghilterra come detto usa comunque il maggioritario, ma divide il territorio in tanti collegi quanti sono i deputati da scegliere. Se non si sceglie questa via, il sistema alternativo è quello proporzionale. Ovvero i seggi vengono distribuiti in proporzione ai voti presi: prendi il 10% dei voti? Hai il 10% dei seggi. Anche se matematicamente non è così semplice metterlo in pratica, la filosofia è lineare. Poi - una volta assegnato il numero di seggi a ogni schieramento - si scelgono i singoli parlamentare dalle liste presentate, in ordine di presentazione (ovvero liste bloccate) o in ordine di preferenze espresse dagli elettori. Nel Rosatellum però le preferenze non sono ammesse, quindi le liste sono bloccate.

I collegi uninominali (ogni schieramento presenta un solo candidato) sono quelli che si usano per i sistemi maggioritari; i collegi plurinominali sono necessari per le leggi proporzionali (ogni schieramento presenta più candidati).

Come si vota

L'elettore avrà a disposizione due schede, una (rosa) per la Camera ed una (gialla) per il Senato. Il voto deve essere espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell'elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale.

"Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata", ricorda il Viminale nelle sue faq. "In presenza di più liste collegate in coalizione - spiega ancora il ministero - il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale".

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