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Conte e le sue giravolte: dal condono di Ischia ai vaccini

Non è né il primo né l'unico, ma è ormai abbastanza evidente come Giuseppe Conte non abbia paura di smentire se stesso. Non solo su Ischia, dove le sue parole sul condono deciso dal suo governo con Matteo Salvini - soltanto "una procedura di semplificazione" - sono messe a dura prova scorrendo la norma stessa. Sono molti i dossier su cui l'ex presidente del Consiglio ha cambiato opinione, spesso senza battere ciglio, talvolta anche a distanza di poco tempo. Condono fiscale, decreti sicurezza e ong, politica estera e invio di armi all'Ucraina, il campo largo con il Pd o il tetto dei 5 stelle ai due mandati. Fino ai vaccini obbigatori ai 50 enni. Una fluidità tattica sostenuta con oratoria ormai proverbiale e dal tempismo indiscutibile.

Quelli che seguono sono solo alcuni esempi delle giravolte del leader del Movimento.

Condono fiscale

Il 17 novembre scorso, ospite a Piazzapulita su La7, Conte stelle critica la cosiddetta "tregua fiscale" annunciata dalla neo premier Giorgia Meloni. "Evasori e corrotti state tranquilli. Tra condono fiscale e innalzamento della soglia del contante, farete la pacchia", incalza omettendo però che a suo tempo, da presidente del Consiglio del governo gialloverde, aveva approvato (15 ottobre 2018) un condono fiscale per provare a recuperare una parte delle risorse non incassate dal fisco dai contribuenti non in regola. Con conseguente stralcio dei debiti per le cartelle esattoriali fino a mille euro relative al periodo 2000-2010. La cosa non piacque molto a parte dei 5 stelle, e venne giustificata adducendo costi di riscossione eccessivi, in pratica le stesse parole usate in questi giorni dal viceministro al Mef, Maurizio Leo.

Decreti sicurezza

A tre anni dall'approvazione delle norme che segnarono la politica di sicurezza del governo gialloverde, arriva l'attacco al suo ex ministro dell'Interno. "I decreti sicurezza hanno messo per strada decine di migliaia di migranti dispersi per periferie e campagne. L'eliminazione della protezione umanitaria ha impedito a molti migranti di entrare nel sistema di accoglienza e ad altri di farli uscire in quanto non aventi più titolo, con il risultato che migliaia di migranti sono diventati invisibili. Insomma, Salvini da ministro dell'Interno sui rimpatri e sull'immigrazione ha fallito. È un dato di fatto". (30 agosto 2021)

È la prima volta che Conte critica così frontalmente i decreti sicurezza. A ottobre 2020, in occasione del Cdm di revisione degli stessi, ribadì che "non aveva cambiato idea". "A me non stanno a cuore gli slogan porti aperti o porti chiusi, - ha aggiunto - ma l'obiettivo della sicurezza e della protezione, dei cittadini italiani ma anche dei migranti, ai quali dobbiamo riconoscere i diritti fondamentali. Quando siamo nati con questo Governo uno dei punti programmatici era la revisione dei decreti sicurezza, anche alla luce delle indicazioni del presidente Mattarella. In più, dovendo ritornare su questo punto, ne abbiamo approfittato per intervenire. Quando si adotta un provvedimento - ha concluso - c'è una fase di sperimentazione e in fase attuativa si possono riscontrare le necessità di fare degli ulteriori interventi".

Necessità che sembrava non dovesse emergere in un primo momento. "È un sistema che non scardina affatto il quadro degli impegni internazionali e delle tutele dei diritti fondamentali", illustrando i provvedimenti appena approvati in Consiglio dei ministri. (24 settembre 2018)

Armi all'Ucraina

Per mesi la posizione del presidente Conte contro l'invio di nuove armi all'Ucraina è netta: "Il M5s si oppone all'invio di aiuti militari e anche si oppone a controffensive" (30 aprile 2022). L'invio di armi avrebbe portato solo nuova violenza, quindi "sopraffazione e revanscismo" (Associazione Stampa estera a Roma, 13 maggio 2022). "L'Ucraina è stata sostenuta a sufficienza, anche in termini di aiuti militari. L'Italia quella che doveva fare l'ha fatto. Ci sono altri paesi, come Stati Uniti e Gran Bretagna, che stanno continuando a rifornire di armi l'Ucraina. Noi, come Italia, dobbiamo concentrarci sulla capacità di dialogare" (7 giugno 2022).

Poi a fine estate, la controffensiva di Kiev. La riconquista dei territori del Donbass, sottratti all'occupazione russa, Conte tenta di intestarsi la riscossa ucraina: "Sin dall'inizio eravamo consapevoli che non ci si puo difendere con le mani nude da una tale aggressione. È per questo che abbiamo acconsentito all'intensificazione del livello di sanzioni e anche all'invio di aiuti militari". (12 settembre 2022)

In realtà due giorni prima, lo stesso aveva detto in un video sui social: "Altri miliardi per le spese militari mentre famiglie e imprese non ce la fanno? La risposta è no".

Sì al campo largo con il Pd, anzi no

"In politica pensare di governare da soli, anche se io me lo auguro, è improbabile. Una prospettiva di lavorare domani con altre forze politiche come il Pd ci può stare". Testuale, in diretta tv dagli studi Rai di mezz'ora in più, nell'assolata domenica dello scorso agosto, campagna elettorale. Parole che provocano addirittura un "in bocca al lupo" dal ministro Roberto Speranza, l'ospite successivo.

Non passa molto dalla fine dell'intervento tv che l'ex presidente del Consiglio twitta il suo ripensamento: "Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma credo che il mio pensiero sia stato forzato e travisato. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dall'agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo". (22 agosto 2022)

Regola dei due mandati

"La regola dei due mandati è fondamentale, i portavoce che si sono candidati in passato presero questo solenne impegno con i cittadini". È il 2 agosto 2022, Conte ai microfoni di Radio Anch'io, Radio Raiuno, sbarra la porta a molti big del Movimento, accettando la linea del fondatore Beppe Grillo. Solo sei giorni prima in un'intervista al Corriere aveva dichiarato che il tetto dei due mandati "non è un diktat, ma lo spirito della regola sarà in ogni caso salvaguardato".

Vaccini obbligatori

Contrario ai vaccini obbligatori per gli over 50, azione promossa da Mario Draghi, che però non era stato giudicata negativamente dal paladino dei dpcm.

"Per consentire la più ampia realizzazione della campagna dobbiamo spingere per l'obbligatorietà in tutte quelle situazioni in cui ci sono assembramenti, in prospettiva anche nei luoghi di lavoro". (3 settembre 2021)

"Io sono il responsabile dell'avviamento della campagna vaccinale e ho ritenuto opportuno offrirla alla spontaneità dei cittadini" raggiungendo "l'88% di vaccinati. A gennaio scorso questo governo ha introdotto l'obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni, ho chiamato Draghi dicendogli: state sbagliando, rischiamo di rompere un patto sociale. Non mi hanno ascoltato". (22 settembre 2022)