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Cosa succede se razionano il gas

Scenari foschi

Non ci sono vie d'uscita facili. Se non arrivasse più quel 10% di gas russo di cui abbiamo bisogno andrebbe potenziato il "piano di risparmi". Anche se l'Europa approvasse misure di contenimento ci vorrebbero mesi per vedere calare le bollette. Bernabè: "Pensare agli ospedali, alle residenze per anziani e alle imprese energivore"

La corsa del caro energia non si ferma. L'aumento dei prezzi e il rischio chiusura di centinaia di migliaia di aziende imporranno un nuovo e corposo intervento: è la prima grande sfida del prossimo governo Meloni. Non ci sono vie d'uscita facili. Anche se l’Europa approverà le misure di contenimento del prezzo del gas alle quali l’Italia sta lavorando "genericamente chiamate price cap", per vedere scendere le bollette di luce e gas "nella migliore delle ipotesi ci vorranno due o tre mesi". Parola del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani (che, secondo indiscrezioni, potrebbe avere un ruolo anche nel prossimo esecutivo, gode della stima tanto di Meloni quanto di Salvini). La premier in pectore sta già lavorando a un nuovo decreto aiuti che molto probabilmente verrà licenziato ai primi di novembre.

Gas, cosa comporta il rischio razionamento 

Con gli stoccaggi già al 91% e l’apporto del gas algerino, l’Italia ce la farà a passare un inverno "al caldo" oppure il razionamento è uno scenario concreto? Il problema è che gioca un ruolo fondamentale nelle previsioni quel 10% di gas russo di cui abbiamo disperato bisogno e che già in queste settimane arriva a fatica, a singhiozzo. In caso di eventi di natura estrema come un eventuale sabotaggio a un gasdotto russo operativo, o un'interruzione totale delle forniture per volere di Mosca o anche solo un inverno particolarmente freddo a livello meteo, bisogna essere pronti a potenziare il cosiddetto "piano di risparmi". Un comportamento virtuoso dei singoli può essere un aiuto, ma non è certamente la soluzione del problema. Senza una riduzione della domanda di gas, qualora la Russia interrompesse le forniture, gli stoccaggi arriverebbero a meno del 20% a febbraio. Davide Tabarelli (Nomisma energia) teme un inverno complesso: "Se ci saranno molti giorni freddi e il consumo aumenterà, a fine febbraio potremmo essere costretti a razionare il gas".

Il razionamento del gas è uno spettro per ora. Ma torna al centro del dibattito. Se si guarda ai dati del 2020, le conseguenze di un calo della disponibilità di gas sarebbero più pesanti nell'Italia settentrionale, dove si concentra il maggior numero di industrie e di popolazione. La Lombardia da sola consuma quasi cinque volte il gas della Sicilia o del Lazio. Quattro regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte) sono destinatarie finali di più della metà del gas naturale. Vari sindaci chiedono già aiuto all'esecutivo per pagare le bollette dei Comuni. L'alternativa, nello scenario peggiore, è fermare i tram in certi orari, tagliare i riscaldamenti, oppure tenere parti delle città al buio, dando per scontato che le luminarie natalizie in grande stile saranno un ricordo del passato. Fossero le luminarie elle festività il problema.

Franco Bernabè, ex amministratore delegato dell'Eni e attuale presidente di Acciaierie d'Italia, non usa giri di parole. Intervistato oggi dal quotidiano La Stampa, dice che soluzioni nel breve periodo "non esistono". Le difficoltà attuali "sono il risultato di scelte che si sono accumulate nel corso di due decenni. Possiamo solo ottimizzare le disponibilità di metano nel corso dell'inverno con una strategia di razionamenti che minimizzi i danni: ma serve un piano estremamente dettagliato in modo da tutelare i servizi essenziali". Insomma, il razionamento va considerato uno scenario concreto per non farsi trovare impreparati. Bernabè fa riferimento "agli ospedali, alle residenze per anziani. E poi alle imprese, a partire da quelle energivore. Andranno tutelate anche le famiglie, in particolare al Nord, dove fa più freddo". Il manager immagina un piano per rimodulare la produzione delle industrie, almeno di quelle che hanno catene interrompibili: "Se poi non sarà necessario attuarlo tanto meglio, ma intanto ci saremo preparati. Senza un piano ci troveremo nelle stesse condizioni in cui ci siamo trovati all'inizio della pandemia: impreparati a gestire l'emergenza", conclude.

Negli ultimi mesi in Italia famiglie e imprese hanno già dato il via a una sorta di "razionamento di fatto" per non farsi travolgere dal caro energia: è quello che rivela uno studio di Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete Gas e del ministero della Transizione ecologica. L’analisi mostra che i consumi italiani di gas naturale hanno mostrato una brusca contrazione in tutti i comparti e l’Italia ha consumato 4.059,8 milioni di metri cubi di gas, in calo del 15,9% su settembre 2021 e dell’8,9% rispetto alla media del decennio 2012-2021, toccando i minimi da due decenni a questa parte, per questo mese. La contrazione tendenziale dei consumi (che ammonta a quasi 800 milioni di metri cubi) va imputata per 100 milioni circa al comparto civile, mentre il contraccolpo sulle piccole attività si somma a un calo record per l’industria, che con 927,7 milioni di metri cubi richiede un 22,5% (270 milioni di metri cubi) in meno rispetto in settembre 2021, -18,3% sul decennio, per effetto della decisione di molti impianti di non riaprire o ridurre fortemente l’attività dopo l'estate.

Europa in ordine sparso

L'Agenzia internazionale dell'energia, nel suo ultimo report, ha ricordato che "le misure di risparmio di gas saranno cruciali in Europa" per affrontare il prossimo inverno, non solo per il rischio di una interruzione delle forniture dalla Russia, ma anche perché i prezzi dell'oro blu sono destinati a restare alti per tutto l'anno in corso e per il 2023. Un'appello all'austerity che per il momento vede i Paesi dell'Unione europea andare in ordine sparso. Italia e Spagna sono stati finora tra i meno propensi al risparmio energetico tra i grandi Paesi energivori del blocco.

La scorsa settimana è arrivato il via libera alla Nadef dall'Ufficio parlamentare di bilancio, che rilascia la validazione sulle previsioni relative al biennio 2022-22. vengono evidenziati gli elementi d'incertezza, ma per ora gli scenari di base del Mef e del panel Upb non considerano il blocco completo delle forniture di gas da parte della Russia: "Se tale prospettiva si realizzasse in concomitanza di altre condizioni avverse potrebbe rendersi necessario un razionamento dei consumi di gas nel corso del prossimo inverno, con ricadute non trascurabili sull'attività economica". Insomma, meglio farsi trovare preparati.

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