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Da Bolzano via libera all’abbattimento dei lupi, ma la legge rischia di essere impugnata. Il M5s: “È solo propaganda che stimola la paura”

BOLZANO. “Aree di pascolo protette e misure per il prelievo dei lupi” questo il titolo del disegno di legge recentemente approvato dal Consiglio provinciale di Bolzano e fortemente voluto dall’ala contadina dell’Svp. La nuova legge fa seguito a un provvedimento analogo votato a gennaio di quest’anno per sollecitare il Governo e il Parlamento “a creare le basi per consentire, laddove necessario, l’abbattimento, in tempi brevi e senza ostali burocratici dei grandi carnivori problematici”.

Il nuovo testo disciplina l’individuazione di “Zone pascolive protette” e gli eventuali provvedimenti di autorizzazione al prelievo, alla cattura o all’uccisione dei lupi. Questa legge si pone inoltre l’obiettivo di localizzare le malghe nelle quali sarebbe “impossibile provvedere a misure di protezione delle greggi da eventi di predazione” e dove non sarebbe “ragionevolmente possibile” predisporre adeguate recinzioni o utilizzare i cani da guardia, piuttosto che garantire la presenza continua di pastori accompagnati da cani pastore.

Qualora si verificassero “gravi episodi di predazione del bestiame” il presidente della Provincia di Bolzano potrà rilasciare l’autorizzazione a intervenire, ma non prima di aver ottenuto i pareri dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e dell’Osservatorio faunistico della Provincia. L’Svp però ha fatto inserire una clausola: se questi pareri non arriveranno entro 10 giorni dalla richiesta, nei “casi di urgenza” l’autorizzazione potrà comunque essere concessa sentendo soltanto uno dei due istituti. C’è da aspettarsi che l’ente provinciale sarà molto sensibile alle sollecitazioni della Giunta di turno.

La legge specifica inoltre che “se i danni non possono essere attribuiti a un lupo specifico, e se, sulla base della distribuzione spazio-temporale degli episodi di predazione, si può presumere che tutti gli animali di bestiame predati siano stati uccisi o feriti da uno stesso lupo o dai medesimi esemplari di lupo, è consentito procedere alla cattura o al prelievo di esemplari di Canis lupus in un numero pari a quello degli esemplari cui si ritiene debbano essere attribuiti gli episodi di predazione”.

Infine i lupi che si trovano nel raggio di 200 metri da edifici, stalle e pascoli utilizzati dall’uomo potranno essere allontanati in qualsiasi momento dal proprietario del terreno, dall’allevatore, ma pure dai forestali, dagli agenti venatori e dalle persone abilitate all’esercizio della caccia, attraverso segnali ottici e acustici allo scopo di ottenerne un condizionamento dissuasivo. In caso di insuccesso, i forestali, gli agenti venatori e i cacciatori potranno sparare con un’arma lunga un colpo di avvertimento o con lo scopo di spaventare l’animale.

Ovviamente il provvedimento sta già facendo molto discutere. “Come ha ammesso lo stesso presidente Arno Kompatscher la legge che non risolverà il problema”, punta il dito il consigliere del Movimento 5 Stelle Diego Nicolini. Ciononostante secondo l’esponente pentastellato il provvedimento “funzionerà come arma di distrazione di massa. Una legge di propaganda – rincara la dose Nicolini – supportata da una campagna montata ad arte, con sondaggi farlocchi e foto a tutta pagina di lupi rabbiosi, che stimola la paura e fa leva sull’insofferenza verso qualsiasi regola che possa limitare la nostra autonomia e specialmente gli interessi dei soliti noti”.

D’altra parte il prelievo degli esemplari “problematici” sarebbe già stato possibile anche nel rispetto delle direttive europee ma con questo provvedimento si vorrebbe aggirare il vincolo di dover prima attuare tutte le opere di prevenzione necessarie. “Una legge quindi con chiari profili di illegittimità e che verrà molto probabilmente impugnata” conclude Nicolini.