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Dall'Italia sì al documento Ue sulla protezione degli Lgbt+, Ungheria e Polonia contro

Diritti / Italia

Il nostro Paese ha votato a favore delle conclusioni in materia del Consiglio Affari Generali che chiedono più tutele contro violenza e discriminazioni nei confronti della comunità arcobaleno

L'Italia di Giorgia Meloni ha deciso di appoggiare un testo dell'Unione europea che chiede di proteggere le persone Lgbt+ negli Stati membri da violenza e discriminazioni. E lo ha fatto, per una fortuita coincidenza, nel giorno del Pride di Roma e dopo giorni di polemiche per la rimozione del patrocinio dell'evento da parte della Regione Lazio, guidata dal centrodestra. Come per il dossier migranti ancora una volta il nostro governo si è staccato dall'asse con i due suoi principali alleati in Europa, la Polonia di Mateusz Morawiecki e l'Ungheria di Viktor Orban, che invece hanno votato contro. Si tratta di un testo che ha un valore soprattutto simbolico, e che non ha conseguenze dirette per i governi, ma l'appoggio è comunque un atto politico.

Si tratta delle conclusioni del Consiglio Affari Giustizia sulla protezione delle comunità Lgbt+ in Europa. Come spiegano fonti diplomatiche, non essendoci stata l'unanimità la presidenza di turno svedese ha deciso di non procedere con la votazione adottando il testo come 'conclusioni della Presidenza', una formula diciamo depotenziata, e segnalando che al documento hanno aderito 25 Paesi membri su 27, quindi anche il nostro. Nel testo la presidenza svedese sottolinea "la necessità per gli Stati membri di prevenire tutte le forme di violenza, molestie e discriminazione", così come la necessità di garantire che "le forze dell'ordine, le autorità giudiziarie e gli organismi per la parità siano sufficientemente attrezzati per proteggere i diritti fondamentali delle persone Lgbti".

Le conclusioni invitano inoltre a seguire regolarmente "lo stato di avanzamento dell'uguaglianza Lgbti in generale e della sicurezza delle persone Lgbti in particolare". La presidenza svedese, inoltre, invita la Commissione "a mantenere e intensificare gli sforzi per garantire la protezione delle persone Lgbti dalla violenza, dalle molestie e dalla discriminazione, compresi i discorsi e i crimini di odio sia offline che online, come priorità dell'Unione". L'esecutivo comunitario è inoltre invitato a garantire "un finanziamento adeguato agli attori della società civile che contrastano la violenza, le molestie e la discriminazione, nonché a fornire finanziamenti alle organizzazioni che sostengono le vittime".

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