Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

“Devastati dal dolore”. Choc nella musica italiana, lo hanno trovato morto nel suo letto

È morto all’improvviso nella notte a 61 anni, una ferita nel cuore dei fan e di tutta la musica italiana che ne apprezzava le qualità umane e di grande musicista. Una carriera lunga 40 anni la sua. Non è ancora nota la causa del decesso. Il manager del gruppo Francesco Venuto scrive che: “è sempre stato fatalista, e sull’argomento ci abbiamo sempre riso su. Appena avremo aggiornamenti su luogo e orari, li scriveremo sulla pagina della band”.


La sua band: gli Statuto. Nati a Torino nel 1983, prendono il nome dall’omonima piazza torinese in cui si ritrovano i Mods. Dopo parecchi concerti ai Raduni Mod in tutta la provincia italiana e la pubblicazione di due demotape (Torino beat 1984 e Nella città 1985), l’etichetta indipendente DTK pubblica i primi due singoli: Io Dio (1986) e Ghetto (1987) grazie ai quali la band torinese acquista una certa popolarità nella scena rock nazionale e si esibisce in diverse situazioni underground per tutta la penisola.

Leggi anche: Lutto nella musica italiana: è morto Alberto Radius

Musica italiana in lutto, morto Rudy Ruzza: storico chitarrista degli Statuto


Tra i primi in Italia a suonare ska con testi in italiano, pubblicano il primo album nel 1988 per la Toast Records di Giulio Tedeschi dal titolo Vacanze e nel 1990 il minialbum Senza di lei, sempre per la Toast Record. Un successo poi 40ennale che porta anche la firma di Rudy Ruzza, chitarrista storico scomparso tra le lacrime dei sui fan. Tantissimi i messaggi arrivati sulla pagina della band.


“Grazie per essere stato “Rudy” in ogni momento della tua vita, hai ricevuto affetto e stima da tutti noi tuoi fans e ci hai sempre ripagato con la tua musica, la tua presenza scenica e i tuoi sorrisi, vicino ai ragazzi della band e a tutti quelli che ti hanno voluto bene. Riposa in pace Rudy. Luckymod Terni”. “Ruzza – ricorda SkyTg24 – compagno di una vita, anche fuori dal palco, era amatissimo all’interno del gruppo”.


“Specie per il suo carattere gioviale e il suo senso dell’umorismo in grado di risollevare all’istante il morale di tutti. Torinese, amante della buona tavola e dei vinili, che collezionava nel suo privato, aveva iniziato nei tardi anni Novanta l’esperienza con i Beat Power, un esperimento rock in cui era forte l’influenza del beat italiano degli anni Sessanta e Settanta. Ruzza si stava curando per una malattia”.