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Dopo 5 anni il Senato spende 17 milioni in più

Da 539 milioni di euro fino a 556. Un aumento di 17 milioni di euro in cinque anni di gestione. Dinanzi a questi numeri certamente non si può dire che l’amministrazione a firma Maria Elisabetta Alberti Casellati sia stata “parsimoniosa”. I conti del Senato, dunque, sono aumentati.

SENATO, INFORMATIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULL'EMERGENZA CORONAVIRUS

I conti del Senato negli ultimi cinque anni sono aumentati. Nel 2022 previsti 556 milioni di uscite. Di questi, 216 sono per le pensioni

Lo si legge nitidamente mettendo a confronto il bilancio di previsione 2022 con il quello del 2018. Ebbene, al netto dei risparmi, le spese sono come detto passate dai 539 milioni di cinque anni fa agli attuali 556 previsti quest’anno. Non male per la presidente fresca di rielezione.

A questo punto, però, andiamo a vedere nel dettaglio le ragioni per cui spendiamo più di mezzo miliardo. Al di là di quanto scritto nella relazione che accompagna il bilancio, sono diversi i capitoli di spesa in aumento. Lo riconoscono gli stessi senatori questori: “Si evidenzia come i principali scostamenti rispetto alle previsioni dell’anno 2021 riguardano” ad esempio i capitoli “Trattamento del personale dipendente” e “Oneri non ripartibili”.

Volendo analizzare nel merito tali variazioni, per il primo capitolo “l’aumento dello stanziamento si è reso necessario per lo più a seguito dei concorsi espletati ed in via di espletamento nell’anno in corso, che garantiranno all’Istituzione nuove risorse necessarie al fine di compensare, sebbene solo in parte, le fuoriuscite di personale per i pensionamenti avuti negli ultimi dieci anni”; per il secondo capitolo di spesa menzionato, invece, si nota “un incremento dovuto alla necessità di accantonare le somme necessarie a far fronte alle sentenze già passate in giudicato nel corso dell’anno”.

In altre parole, Palazzo Madama risparmia per risarcire e pagare sentenze. Ma ovviamente c’è anche – e soprattutto – dell’altro. Se infatti per le “competenze dei senatori” si spende meno – siamo passati dai 41,8 milioni del 2021 ai 39,9 di quest’anno a seguito ovviamente del taglio dei parlamentari che incidono solo sull’ultimo periodo dell’anno solare – altri esborsi restano uguali. Un esempio? I finanziamenti ai gruppi parlamentari, rimasti “immobili” a 22,1 milioni di euro.

A tutto questo si accompagnano altri 34 milioni di “Rimborsi di natura indennitaria delle spese sostenute per lo svolgimento del mandato parlamentare”. Notevoli anche i quasi 2 milioni di euro previsti, esattamente come l’anno scorso, per “Cerimoniale e rappresentanza”.

Quest’anno Palazzo Madama prevede di spendere 1,9 milioni soltanto di ristorazione

Ma non è finita qui. Uno dei capitoli incredibilmente più abbondante è quello che riguarda la spesa previdenziale. Ben 216 milioni, a vario titolo, vengono “consumati” per pensioni, reversibilità e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente l’elenco delle spese tiene conto anche di tutti i beni, servizi e forniture che Palazzo Madama richiede. Tanto per dire, quest’anno il Senato prevede di spendere 1,9 milioni soltanto di ristorazione.

Ci sono poi 6,8 milioni per “mobilità, trasporto e spedizione”. Fondamentale, a quanto pare, anche la comunicazione istituzionale per cui si prevede di spendere ben oltre i 4 milioni. Nel dettaglio, solo per la “Riproduzione di atti e documenti” si spenderà 1,1 milioni di euro. Alla faccia della transizione digitale. Ci sono poi pure le “Spese per l’accesso gratuito agli atti parlamentari, alla
Biblioteca e all’Archivio storico del Senato”.

Una faticaccia che costa 170mila euro. Senza dimenticare – ci mancherebbe – l’attività “di promozione, comunicazione e pubblicazione” che richiede una spesa di 75mila euro. Ovviamente fondamentale è anche tenere tutto lindo e pinto. Ed ecco allora la spesa per la pulizia: 2,5 milioni di euro. Un Palazzo splendido splendente. E decisamente caro.