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Elezioni, a Milano occupato il liceo classico Manzoni (dove ha studiato Salvini): gli studenti protestano per la vittoria del centrodestra

Per protestare contro la vittoria del centrodestra alle elezioni e il futuro governo guidato da Fratelli d'Italia, gli studenti del liceo classico Manzoni di Milano hanno deciso di occupare la scuola. Una decisione presa già nelle scorse ore, quando si stava profilando la vittoria. A guidare la protesta, il Collettivo politico Manzoni, uno dei più attivi di Milano, visto anche che il liceo, in pieno centro, è uno di quelli più storici di Milano: qui, per ironia della sorte, ha studiato e si è diplomato il leader della Lega Matteo Salvini. Ma, anche, Tito e Stefano Boeri, Rossana Rossanda e Enrico Mentana, Alessandro Profumo e Gianni Mura, Giorgio Ambrosoli a Franco Bassanini

Dopo aver organizzato un picchetto all'ingresso, gli studenti sono ora riuniti in palestra in assemblea per discutere dell'occupazione, decisa anche per protestare contro l'alternanza scuola-lavoro, dopo la morte di Giuliano De Seta che già li aveva portati a organizzare un corteo interno dieci giorni fa.

L'intenzione dei ragazzi è occupare parte delle aule del piano terra per due giorni e quindi di rimanere a dormire stanotte all'interno dell'edificio di via Orazio, per poi riprendere regolarmente le lezioni mercoledì. L'assemblea in palestra è molto partecipata: centinaia di studenti si sono radunati molto prima del suono della campanella davanti alla scuola per poter mettere in atto la protesta che avevano organizzato.

Elezioni, gli studenti del liceo Manzoni occupano: "Fase politica pericolosa e repressiva"

Ecco il comunicato diffuso dagli studenti: "Questa mattina, come studenti e studentesse del Manzoni, abbiamo occupato la nostra scuola per parlare e confrontarci sulla situazione in cui versano le nostre vite: crisi e disastri climatici sono ormai all'ordine del giorno, provano lentamente ad abituarci a un lavoro precario, sfruttato e mortale, e, come se non bastasse, ci prepariamo ad entrare in una fase politica pericolosa e repressiva, visti gli ultimi risultati elettorali.

Abbiamo preso coscienza di questa situazione e abbiamo deciso che questa volta non staremo fermx a guardare, non rimarremo passivx davanti a un presente che cerca con ogni mezzo di toglierci il futuro che ci appartiene; ci siamo presi e prese uno spazio che troppe volte si è dimostrato repressivo e inadatto nel tentativo di dimostrare che non solo è possibile che studenti e studentesse decidano autonomamente di prendersi dei loro spazi, ma che è anche giusto e deve diventare una pratica normalizzata; se voi ci toglierete dei nostri spazi noi saremo prontx a riprenderceli e non cederemo più su quelle cose che riteniamo indispensabili per la nostra formazione. La risposta però è stata, come al solito, una rappresaglia mirata a farci desistere, a imporci un rispetto di regole che non ci raprresentano e che sono create appositamente per impedirci anche solo di immaginare un mondo ed una scuola diversa.

Ma vogliamo dirlo chiaramente, alla Meloni, a Confindustria, a chi ci reprime: non siamo più dispostx a tirarci indietro, far finta di nulla e aspettare che voi cambiate le cose; perché, nonostante tutto, sempre e comunque, la scuola siamo noi".