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Elezioni, dalla matita copiativa alle schede precompilate: le bufale del voto

Elezioni, dalla matita copiativa alle schede precompilate: le bufale del voto

Puntualmente riemergono ad ogni appuntamento elettorale per tentare di confondere e destabilizzare gli elettori

Falsi exit poll con dati taroccati condivisi freneticamente sui social, ritrovamenti “fortuiti” di schede prevotate già pronte all’uso, senza dimenticare la matita copiativa indelebile che invece si cancella e che quindi può far “correggere” il voto espresso. Sono solo alcune delle bufale che, puntualmente, riemergono ad ogni appuntamento elettorale per tentare di confondere e destabilizzare gli elettori: alcuni sorridono, riconoscendone l’improbabilità. Ma altri – sebbene si tratti di fake news più volte smascherate – potrebbero comunque cadere nella trappola col rischio di farsi invalidare il voto.

LA MATITA INDELEBILE

La più conosciuta delle bufale è probabilmente quella della matita copiativa che non sarebbe indelebile: il segno tracciato sulla scheda elettorale potrebbe dunque essere cancellato e “corretto”. Giusto? Sbagliato. Le matite usate nel nostro Paese durante le elezioni non sono “indelebili” in senso stretto: la loro mina, infatti, è costituita da elementi che – qualora il tratto venisse cancellato – lascerebbero comunque una traccia ben visibile, rovinando la carta e rendendo nullo il voto. La bufala fu rilanciata dal cantante Piero Pelù che al referendum costituzionale del 2016 denunciò su Facebook che prima di votare aveva fatto un segno con la matita datagli al seggio e che questo si era cancellato usando una normale gomma. Attenzione a non cedere alla tentazione di portarsi da casa penne a biro o pennarelli: questi sì che possono essere cancellati con appositi solventi. Utilizzarli, quindi, annullerebbe la scheda.

LA SCHEDA CONSEGNATA AL PRESIDENTE DEL SEGGIO

A lasciare perplessi alcuni è anche il fatto di dover uscire dalla cabina elettorale e consegnare la scheda votata al presidente di seggio. E se poi la fa sparire o, peggio, la sostituisce? In realtà consegnare la scheda al presidente non è una novità: questa era la norma prima del Covid. Solo per le consultazioni dello scorso giugno, per limitare il rischio di diffusione del virus, si era disposto che l’elettore “dopo essersi recato in cabina e aver votato e ripiegato le schede” avrebbe dovuto provvedere “a inserirle personalmente nelle rispettive urne”. La perplessità nasce dal fatto che nella nostra mente è ben nitida l’immagine del politico in corsa al seggio che si fa fotografare sorridente mentre imbuca direttamente la sua scheda. Ma è quella che si definisce una “photo opportunity”, una situazione appunto organizzata per dare visibilità ad un’azione attraverso un’immagine. Il 25 settembre, dunque, l’elettore dovrà consegnare le schede votate e non potrà inserirle personalmente nell’urna.

LE SCHEDE GIÀ VOTATE

Altra bufala che ogni tanto si riaffaccia è quella delle “schede precompilate”: tutto nasce nel 2018 la “notizia” quando si diffuse la notizia che in alcune città della Sicilia erano state trovate 500mila schede sulle quali era già stato apposto il segno sul simbolo di un noto partito. Da allora la storia viene riproposta, cambiando città, partito e quantità di schede, ma la sostanza resta quella.

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