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Elezioni Politiche: il primo partito è il Partito dell’astensionismo con oltre il 30%

Elezioni Politiche: Vince il Partito che è stato all’opposizione per 5 anni e questo non perchè ha saputo fare bene l’opposizione ma perchè, come al solito, si presenta come “diverso” da quello che c’era prima.

Vittoria schiacciante della destra che, ora, ha tutti i numeri per governare ed è giusto che governi secondo le indicazioni del popolo italiano.

Alcune considerazioni: per la prima volta nella storia Repubblicana, il primo partito è il Partito dell’astensionismo che con oltre il 30% ha fatto chiaramente capire che questa politica e questa legge elettorale con nessuna possibilità per i cittadini di scegliere i propri parlamentari sono lontane anni luce da ciò che dovrebbe essere sentito come “democratico”.

Seconda considerazione: vince, ancora una volta, il Partito che è stato all’opposizione per 5 anni (così come il M5S 5 anni fa) e questo non perchè ha saputo fare bene l’opposizione ma perchè, come al solito, si presenta come “diverso” da quello che c’era prima. Nulla di politicamente rilevante, insomma, ma solo il solito voto di “pancia” che da decenni ci caratterizza dal primo Berlusconi in poi… (Renzi, Salvini, Grillo ed ora Meloni). Questa riflessione aiuta a dire che le persone appena citate sono prevalenti rispetto ai programmi che quasi non esistono più o solo talmente simili o confusi da non riuscire a fare differenze. Ora è il momento della Meloni, la “novità”, la donna al comando, la possibilità di far rialzare la testa all’Italia: Gli italiani l’hanno scelta ed a lei toccherà il difficilissimo compito di governare e di avere rapporti “decenti” con l’Europa.

terza considerazione: il PD ha chiaramente voluto perdere. L’uomo Letta, era chiaro da subito, non aveva lo stesso carisma dei vari Meloni, Conte e, autogol clamoroso, non è riuscito neppure a creare una alleanza con M5S o il nascente Terzo Polo in grado di contrastare l’ovvia e scontata vittoria nei collegi uninominali. Nonostante queste assurde scelte dell’uomo al comando e delle non alleanze il PD dimostra di poter contare su uno “zoccolo duro” del 20% circa che è capace di “turarsi il naso” e continuare a votarlo nonostante la mancanza di lungimiranza e minima intelligenza politica.

Ritornano all’antico i 5 Stelle che, adesso, dai banchi dell’opposizione potranno ritrovare una propria identità forti, anche loro, di uno zoccolo duro che difficilmente li abbandonerà.

La Lega di Salvini esce sconfitta soprattutto per il “peso” che avrà nella coalizione ma ancora una volta si parla di sconfitta di Salvini e non delle politiche che ne sono alla base.

In conclusione: questa personalizzazione della politica è, per me, la fine delle idee e delle “visioni” ovvero tutte quelle caratteristiche che dovrebbero servire ad un Paese per avere un futuro di lungo periodo e la scelta del 36% di astenersi è la chiara risposta ad un politica che non affascina più e che non fa sentire i cittadini veri artefici delle loro scelte.

Ha vinto la Meloni: gli italiani le hanno affidato il Paese. E’ giusto che governi… a prescindere da tutto è un voto inequivocabile.