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Emergenza freddo, l'assessora: "Sono 234 posti letto per i senza fissa dimora. Richiedenti asilo? Almeno un centinaio, ma aspettiamo risposte dalla Provincia"

TRENTO. "È fondamentale un'accoglienza diffusa su tutto il territorio, che non si concentri solo a Trento e Rovereto. Aspettiamo che arrivi una risposta da parte della Provincia". È questo il commento dell'assessora alle politiche sociali Chiara Maule, dopo aver presentato oggi (28 novembre) in conferenza stampa la misura per sostenere le 12 famiglie di rifugiati presenti in città, di cui 9 minori, per cui la Giunta comunale ha stanziato 60 mila euro: "Rischiavano di rimanere senza un alloggio".

Il problema però, come già più volte sottolineato, sembra essere molto più ampio: con l'avvicinarsi dell'inverno e delle temperature sempre più rigide sono in tanti tra senza fissa dimora e richiedenti asilo che potrebbero trovarsi a dormire all'addiaccio, mancando posti nelle strutture.

I numeri sembrano essere alti e i dormitori pieni. "Proprio dalla prossima settimana - aggiunge l'assessora - si apriranno tutti quelli che la Provincia ha trovato per un totale di 234 persone, un numero che non comprende i richiedenti asilo. Per questo numero di persone non definito mi aspetto che la Provincia ci dica qualcosa nei prossimi giorni".

Il vero problema, sottolinea, "è che tutti sono concentrati nello stesso posto, a Trento e Rovereto, che sono le uniche ad avere accoglienze diurne e notturne, ma presentano una concentrazione elevata di persone che chiedono aiuto". Sono numeri importanti "di cui non si possono far carico solo queste due città alla luce anche di una serie di difficoltà dovute alla pandemia e costi del caro energia".

Quanti sono i richiedenti asilo? "Ad oggi - risponde Maule - il numero di quelli presenti in città non lo sappiamo di preciso, ma saranno almeno un centinaio. Bisogna capire se nei prossimi giorni con le aperture delle case di accoglienza questa situazione rimarrà sotto controllo oppure no".

La Giunta Fugatti ha di fatto tentato di smantellare il sistema d’accoglienza trentino. E' lo stesso Comune a rivolgersi alla Provincia: "Per noi è fondamentale un'accoglienza diffusa su tutto il territorio". Un'esperienza non nuova visto che gli ucraini, arrivati a seguito dello scoppio della guerra, per esempio "sono stati distribuiti in tutta la provincia. Questo sarebbe interessante se potesse essere rivisto e ripensato anche per i senza fissa dimora e i richiedenti asilo".

Soltanto la scorsa settimana l'amministrazione comunale ha avuto un incontro al Commissariato del governo, "dove abbiamo rivelato la nostra preoccupazione molto forte", vista anche l'emergenza freddo. Per quanto riguarda la riapertura dei centri di accoglienza, "auspichiamo - conclude Maule - che ci sia un intervento in previsione, se non nell'immediato, per i prossimi anni".