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Energia e gas come armi da guerra. Draghi sollecita nuove misure contro i "price cap" e gli aumenti di prezzo: si va verso il vertice straordinario dell'Ue di luglio

Energia, non vedo l'ora. L'Italia convoca a luglio una riunione dei capi di Stato e dei leader di governo per affrontare l'unica questione energetica che non è stata affrontata in dettaglio dal Consiglio europeo in corso a Bruxelles al vertice straordinario. La richiesta di Mario Draghi, che sembra accolta "da altri Paesi, Francia compresa", è garantita dagli addetti ai lavori. È stato con il Presidente della Francia che il Primo Ministro ha tenuto un incontro bilaterale accanto al vertice in corso a Bruxelles per discutere i temi dell'agenda politica europea. Pertanto, come previsto dall'organizzazione del lavoro al 27° livello, la proposta di non aspettare oltre ad ottobre rischia di aumentare i prezzi dell'energia, di ridurre le forniture di gas fuori Mosca, e si spera anche di nuovo.Ribasso dei prezzi dell'energia.

Nella bozza di conclusioni del Vertice in corso, l'Italia ha già accennato all'accelerazione della definizione del meccanismo del "price cap", ovvero la fissazione del price cap massimo. Ma sembra non bastare più. Del resto "la situazione è cambiata", controllano fonti europee. Altri paesi, tra cui la Germania, sono consapevoli che Gazprom ha già iniziato a chiudere i rubinetti.

Tutte le decisioni sono prese da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. È sua missione e responsabilità convocare i leader, e si comprenderà quanto sarà effettivamente convocato il vertice straordinario di luglio dopo le regolari telefonate e il monitoraggio della situazione nella capitale. Secondo il capo del governo italiano, ci sono già situazioni che richiedono decisioni "urgenti" per affrontare comunque la crisi energetica avvertita attorno al tavolo del leader.

"È molto probabile che la Russia utilizzi energia e gas per intimidire l'Europa", il primo ministro finlandese Sanna Marin ha partecipato ai lavori del vertice. Ha ammesso di essere arrivato per farlo. Anche il primo ministro lussemburghese ha condiviso le preoccupazioni. "I russi possono chiudere il rubinetto del gas", ha ammesso il liberale Xavier Bettel, che ha fatto eco anche al primo ministro lettone Xavier Bettel. "La Russia ci sta mettendo pressione con cibo ed energia, ma dobbiamo resistere e trovare un modo per farlo tutti insieme."

Draghi è un partner Intercetta la paura, ma non è molto nascosto. Il centrodestra europeo è apparso nella nomina di Bruxelles all'insegna della mobilitazione. «Siamo in emergenza, è chiaro. Perché dipendiamo fortemente dalla Russia». Le parole del presidente Mandred Weber del Partito popolare europeo (PPE), espresse dai capi di Stato e di governo di Romania, Lettonia, Grecia e Croazia, sono state pronunciate in un tradizionale incontro prima del vertice ventennale. Sette.