Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Eva porta Sant'Anna in tribunale, tempesta per un bicchier d'acqua

LISCIA, GASSATA O BOLLATA

Battaglia giudiziaria tra le due aziende produttrici di acque minerali. La società di Paesana accusa la concorrente di diffamazione e turbativa. Al centro della querelle un articolo su un sito di settore. Tre anni di indagine, ora il processo

Una tempesta per un bicchier d’acqua. L’Acqua Eva di Paesana trascina in Tribunale l’acqua Sant’Anna di Vinadio. Lo riferisce una nota della prima, in cui si legge che “al Tribunale di Cuneo pende procedimento penale nei confronti del legale rappresentante e del direttore commerciale di Acqua Sant’Anna, nonché di un ex dipendente della società Mia Beverage, per i reati di turbata libertà dell’industria e del commercio e di diffamazione aggravata in danno di Fonti Alta Valle Po”, nell’ordine il presidente e amministratore delegato di Fonti di Vinadio, Alberto Bertone, insieme a Luca Chieri e Davide Moscato.

A settembre, il dibattimento inizierà il 22, i giudici di Cuneo saranno chiamati risolvere una vicenda che va avanti da qualche anno. “In particolare – secondo la nota – si contesta agli imputati di avere impiegato mezzi fraudolenti – l’attivazione, con lo specifico ed esclusivo scopo di screditare Acqua Eva, del sito web mercatoalimentare.net con dominio intestato a soggetto defunto e pagato con carta di credito estera – per diffondere sul mercato false informazioni in merito alla partecipazione azionaria di Fonti Alta Valle Po, idonee a comprometterne i rapporti con la Grande distribuzione organizzata”. Il danno economico è stimato in 10 milioni di euro. “A fronte di tali sconcertanti fatti – conclude la nota – la società e i soci si sono costituiti parte civile nel processo in corso al Tribunale di Cuneo, con l’assistenza degli avvocati Nicola Menardo e Federico Canazza, e hanno ottenuto la citazione delle società Acqua Sant’Anna e Mia Beverage, quali responsabili civili per i gravissimi danni derivanti dalle condotte contestate agli imputati”.

Le indagini sono durante tre anni, concluse nel 2021, sono iniziate nel 2018, quando su un sito specializzato era apparsa l’inchiesta dal titolo “Acqua Eva è un brand di proprietà Lidl?”. Secondo l’accusa si sarebbe trattato di fake news e Acqua Eva sostiene di avere subito pesanti conseguenze per quell’articolo, come contratti e operazioni saltate. Un danno quantificato in oltre dieci milioni di euro. A rappresentare l’accusa è la pm Carla Longo.

print_icon