Sulla trattativa non c'è pace: oggi lettera della multinazionale per accettare lo slittamento. E a dieci minuti dall’inizio dell’incontro con Fim, Fiom, Uilm e Ugl metalmeccanici è arrivato il contrordine del ministero dello Sviluppo Economico: l’incontro è in conference call, a differenza di quanto inizialmente previsto. Re David: "Tutto molto grave". Palombella: "Rabbia per un governo che non ha rispetto nei confronti dei lavoratori"
Uno slittamento di dieci giorni, dopo l’annuncio di una firma imminente. L’ultimo colpo di scena nella vicenda dell’ex Ilva arriva nel giorno che avrebbe dovuto segnare la stretta di mano tra Invitalia e ArcelorMittal con la ratifica dell’accordo per l’ingresso del partner pubblico al 50%. Tuttavia, al governo nel pomeriggio dovrebbe arrivare dalla multinazionale dell’acciaio una lettera di intenti nella quale si dice intenzionata a restare nel nostro Paese, visto che oggi era la data limite per la sigla dell’accordo e, in teoria, dal 1° dicembre gli affittuari dell’Ilva potrebbero abbandonare gli impianti pagando 500 milioni di euro. Nei prossimi giorni, quindi, è prevista la definizione dei dettagli per l’ingresso di Invitalia, per poi prendere la maggioranza dopo il 2022.
Sulla trattativa, insomma, non c’è pace. Anche nel rapporto con i sindacati. A dieci minuti dall’inizio dell’incontro con Fim, Fiom, Uilm e Ugl metalmeccanici è arrivato il contrordine del ministero dello Sviluppo Economico: l’incontro è in conference call, a differenza di quanto inizialmente previsto, perché ci sarebbero dei problemi di sicurezza legati al Covid, dicono ufficialmente dal dicastero guidato da Stefano Patuanelli. “Se loro pensano che noi accompagniamo un processo di questo tipo, tagliati fuori da tutto e in cui non si capisce dove stanno andando è molto grave”, avvisa Francesca Re David, segretario generale Fiom.
“Siamo stati convocati oggi che sarebbe dovuto essere il giorno dell’incontro conclusivo ma non sappiamo a questo punto quali siano le intenzioni: capiamo che ci sono problemi, non sappiamo se dentro il governo o tra il governo e ArcelorMittal o tra tutte e due le cose”, commenta duramente la leader dei metalmeccanici Cgil. “Trovo molto grave che appena pochi minuti prima del nostro incontro sia ancora tutto per aria e non si capisca cosa stia succedendo, grave per quel che riguarda il rispetto verso noi ed i lavoratori”, commenta ancora ricordando come stamattina intanto a Genova, nel sito ex Ilva, sia caduta una torre faro alta 18 metri.
“E questo dà il senso dello stato degli stabilimenti: della mancanza di una direzione , di manutenzione straordinaria e ordinaria”, conclude. Preoccupata anche la Fim: “Abbiamo letto che ci sarebbero dei ritardi su l’intesa Invitalia e Mittal: speriamo siano solo tecnici e che non compromettano l’azione di rilancio. Serve invece mantenere i siti e rilanciarli oltre che risolvere i tanti problemi che oggi ci sono: siamo in situazione peggiore, produce al minimo storico e dobbiamo fare ancora molta strada”, commenta il segretario Fim Roberto Benaglia. Furibondo il leader Uilm, Rocco Palombella, sia per la comunicazione in “zona cesarini” del governo sia per lo slittamento della firma per l’ingresso dello Stato: “Esprimiamo tutta la nostra rabbia per un governo che non ha rispetto nei confronti dei lavoratori, che non è in grado neanche di poter fare un incontro fisico dopo che loro stessi ci avevano convocato sabato scorso – attacca – Questa è la dimostrazione del loro pressapochismo, della loro improvvisazione”.
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