Per farla finita ha usato la stessa pistola con cui probabilmente aveva sparato a Klodiana, la sua ex moglie. È stato trovato morto in una zona isolata di San Casciano Alfred Vefa, l'uomo accusato di aver sparato i tre colpi d'arma da fuoco che qualche giorno fa hanno ucciso la trentacinquenne Klodiana Vefa a Castelfiorentino, vicino a Empoli, nell'ennesimo femminicidio di una purtroppo lunga lista.
L'uomo era ricercato dalla polizia: era lui il principale sospettato di aver compiuto l'omicidio, dopo aver attirato la sua ex moglie in strada con la scusa di parlare di quella separazione che non aveva mai accettato. Un ultimo incontro rivelatosi, ancora una volta, fatale.
Poi la fuga, fino a questa mattina all'alba, quando i carabinieri hanno ritrovato la sua auto, parcheggiata e abbandonata in mezzo al nulla, non troppo lontano dalla sua abitazione a Castelfiorentino. Poco distante il corpo dell'uomo, un muratore di quarantaquattro anni, suicidatosi con un colpo di pistola, la stessa arma con cui, poche ore prima, aveva ucciso Klodiana.
«È il momento del silenzio: dobbiamo stringerci attorno a una famiglia toccata da un evento terribile», ha detto il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni. È il momento di pensare ai due figli di Klodiana, due adolescenti di 17 e 14 anni rimasti orfani e doppiamente vittime di un'enorme tragedia. Ma è anche il momento, ancora una volta, di pensare alle tutele, alle richieste d'aiuto spesso inascoltate, e anche a una rivoluzione culturale che spieghi agli uomini che le donne non sono di loro proprietà. «Lei era molto bella. Lui non si rassegnava alla fine della storia. Continuava a essere molto geloso», ha detto un'amica della coppia a La Nazione. L'ennesimo copione di una storia tristemente già scritta.