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Figli alle coppie gay: la Slovenia apre alle adozioni

Il Parlamento sloveno ha approvato l’emendamento che consentirà alle coppie gay di adottare un figlio. Il diritto della famiglia slovena adesso cambia ed è scritto nero su bianco, recependo l’indirizzo della magistratura locale.

Coppia gay con figlio
Una coppia gay con il figlio – Nanopress.it

L’emendamento varato dà infatti un seguito alla decisione della Corte costituzionale slovena che, l’8 luglio scorso, tramite sentenza, aveva posto un precedente unico per i due milioni di abitanti del piccolo paese dell’ex Jugoslavia.

Sposarsi e adottare figli, anche se gay, è il sì definitivo ai diritti per gli omosessuali. “Una discriminazione inammissibile per le coppie dello stesso sesso”, aveva scritto la Corte nelle motivazioni della sua sentenza. E, per quanto concerne le adozioni, l’alta Corte spiegava che “un divieto assoluto non è un mezzo idoneo per raggiungere il massimo beneficio per un bambino”.

Slovenia, approvato l’emendamento che autorizza le adozioni per le coppie gay

Il Parlamento di Lubiana ha approvato così l’emendamento con una maggioranza di 49 deputati favorevoli contro 29 contrari e adesso manca solo la firma del presidente Borut Pathor a suggellare l’atto prima della pubblicazione.

Il passo è epocale e consegna alla piccola Slovenia un primato per quanto riguarda i diritti gay fra i paesi dei Balcani e dell’est Europa, da sempre soggetti a un retaggio culturale di tipo sovietico o socialista molto conservatore e generalmente opposto all’ideologia di genere.

Coppia gay
Una coppia gay – Nanopress.it

In Europa la Slovenia ora è il 15esimo Paese dell’Unione dei 27 a legalizzare i matrimoni gay e le adozioni. È una grande conquista per il mondo LGBT dei Balcani, dove, lo ripetiamo, persiste un grande ostracismo che ne impedisce l’affermarsi.

Un esempio su tutti è dato dal Gay pride di Belgrado di quest’anno, bloccato per motivi di “sicurezza” dal presidente serbo Aleksandar Vučič, fino al 17 settembre scorso, quando la parata ha potuto finalmente celebrarsi.

I mesi di divieti imposti al Gay pride, andavano visti nelle tensioni generali a cui faceva riferimento Belgrado, appellandosi a un mix di retorica e paura per eventuali reazioni spropositate dell’ultra destra serba e, non da meno, i moniti degli esponenti della chiesa ortodossa. Senza poi omettere un panslavismo filorusso alquanto esasperante e diffuso, che peraltro fa leva ormai da un po’ sul conflitto ucraino per “riprendersi” il Kosovo.

Tornando alla Slovenia: Simon Maljevac, segretario di stato sloveno, ha presentato l’emendamento spiegando che “Con questi cambiamenti, stiamo riconoscendo i diritti che le coppie omosessuali avrebbero avuto avere da molto tempo”. Non sono della stessa idea gli esponenti del Partito Democratico all’opposizione, che si è sempre opposto alla riforma poi varata con successo.