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Finita emergenza Covid ad iPhone City

Diretta

La Cina difende la linea di zero Covid tra le proteste scoppiate in molte città, a partire da Pechino e Shanghai

La Cina è l'unico grande paese al mondo che sta ancora tentando di sradicare le infezioni da Covid a tre anni dall'inizio della pandemia ma l'accumulo di tensioni provocate all'intransigente strategia Zero Covid ha fatto da carburante alle proteste.

Dopo le prime rivolte a maggio a Shanghai nuovi scontri violenti sono stati registrati un po' in tutti i distretti cinesi. Una prima revisione della strategia è arrivata con la riunione del Politburo del Partito comunista cinese lo scorso 11 novembre ma un passo verso un rilassamento totale della strategia Zero Covid sembra ancora lontano. Sebbene quasi il 90% dei cittadini cinesi sia completamente immunizzato, gli ultrasessantenni rappresentano lo zoccolo duro di chi non si vaccina: solo il 40% degli over 80 ha fatto le tre dosi richieste contro la variante Omicron, la più diffusa nel paese. Per questo non sorprendono i richiami di Oms e Fmi, che hanno esortato la Cina a rivedere la sua strategia Zero Covid e ad aumentare i tassi di vaccinazione. Dopo l'ennesima rimostranza di cittadini stufi di tre anni di restrizioni, c'è da chiedersi se Pechino ascolterà le indicazioni di esperti e analisti che suggeriscono alla Cina di convivere con il virus, anziché abbattere anche il più piccolo focolaio. Ascoltare però le richieste esterne significherebbe mettere in discussione la strategia Zero Covid. Poiché la politica di Zero Covid è indissolubilmente legata al presidente cinese, il suo successo è il successo di Xi. Il suo fallimento, invece, non è concepibile.

Ultimo aggiornamento: (mai)

La Zhengzhou Airport Economy Zone, la grande area della provincia di Henan dove si trova anche la 'iPhone City', la fabbrica Foxconn che assembla gli smartphone della Apple, "entrerà nella fase di regolare prevenzione e controllo della pandemia del Covid-19" a partire da domani, primo dicembre, in base ai risultati ottenuti nella lotta al virus. L'area, secondo le autorità locali, "riprenderà la normale produzione e la vita in modo ordinato poiché le dinamiche della situazione epidemica in tutta la regione sono tornate sotto controllo"

Scontri sono scoppiati nella notte tra manifestanti e polizia a Guangzhou, nel sud della Cina, secondo alcuni testimoni e video pubblicati sui social media, dopo diversi giorni di rivolte nel Paese contro le restrizioni imposte nell'ambito della politica "Zero Covid" voluta dal governo. Un filmato mostra la polizia vestita con tute bianche e dotata di scudi antisommossa trasparenti, che marcia in ranghi serrati lungo una strada nel distretto di Haizhu, mentre oggetti di vetro vengono lanciati contro gli agenti. Nei video si sentono urla mentre barricate arancioni e blu vengono abbattute. Si vedono inoltre delle persone lanciare oggetti contro la polizia poi, in un altro estratto, una decina di individui con le mani legate sembrano essere stati arrestati. Un residente di Guangzhou, che ha dato solo il suo cognome - Chen - ha detto di avere visto circa 100 agenti di polizia convergere verso il villaggio di Houjiao, parte del distretto di Haizhu, e arrestare almeno tre uomini.

Guangzhou police has already used tear gas to deal with the protests pic.twitter.com/yeagco50NF

— Eventful China 愚かな中国 (@Eventful_China) November 30, 2022

Le proteste in Cina contro le restrizioni per il Covid, scoppiate durante il fine settimana scorso, sembrano essersi placate, proprio mentre le autorità di polizia hanno deciso di intervenire in maniera più risoluta per reprimere le manifestazioni. In diverse città è stata segnalata una forte presenza della polizia e alcuni raduni sono stati repressi o non si sono materializzati. Sono emerse segnalazioni di persone interrogate e perquisite, a cui sono stati controllati anche i telefoni: lo conferma la Bbc.

Oggi la polizia a Pechino e Shanghai sta pattugliando in forze le aree in cui alcuni gruppi avevano suggerito alle persone di radunarsi, con messaggi diffusi sull'app di Telegram. Mentre nella città meridionale di Hangzhou, nella notte, una piccola protesta è stata rapidamente interrotta e alcune persone sono state arrestate, secondo dei filmati pubblicati sui social media e verificati dalla Bbc.

RIP Anfu Road Shanghai

Today they killed the most hipster streets of China (like a Carnaby St. in London).

It is near the epicenter of protests.

We opened our shop 5 yrs ago and contributed to grow it into a modern fashion street.

Look what they did…..👇 pic.twitter.com/SGZesWqYok

— Marco Castelli (@macastel3) November 28, 2022

L'emittente governativa cinese sta censurando le riprese dei fan ai Mondiali di calcio trasmettendo le immagini con un ritardo di 32 secondi che permettono di evitare la trasmissione in diretta dei primi piani delle folla che potrebbero mostrare come nel resto del mondo quasi nessuno indossi più la mascherina anti Covid.

L'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha invitato le autorità cinesi a non "detenere arbitrariamente" i manifestanti che stanno protestando pacificamente contro le restrizioni sanitarie e per una maggiore liberta'. "Chiediamo alle autorità di rispondere alle proteste in conformità con le leggi e gli standard internazionali sui diritti umani", ha detto un portavoce, aggiungendo che "nessuno dovrebbe essere arbitrariamente detenuto per aver espresso pacificamente le proprie opinioni".

I ministri degli Esteri dei Paesi Nato si riuniranno domani e mercoledì a Bucarest, in Romania, per discutere, oltre che l'aumento del sostegno all'Ucraina e le sfide globali alla sicurezza dell'Alleanza, il nodo della dipendenza, per le forniture, dai "regimi autoritari". Una riunione che, come evidenziato dal padrone di casa, il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, arriva in un momento critico per la sicurezza regionale ed euro-atlantica, segnato dalla guerra iniziata dalla Russia in Ucraina e dal suo impatto multidimensionale. "La guerra in Ucraina - ha avvertito il segretario generale Jen Stoltenberg - ha dimostrato la nostra pericolosa dipendenza dal gas russo. Quindi dobbiamo valutare la nostra dipendenza da altri regimi autoritari, senza dimenticare la Cina". La prossima riunione, ha aggiunto, cercherà di aprire delle strade "per rafforzare la nostra resilienza e le sfide poste dalla Cina. Pechino non è un avversario. Ma sta intensificando la sua modernizzazione militare, sta aumentando la sua presenza dall'Artico ai Balcani occidentali, dallo spazio al cyberspazio, e sta cercando di controllare le infrastrutture critiche degli alleati della Nato", ha sottolineato ancora il segretario generale in un riferimento agli armamento moderni che Pechino sta acquisendo o alla progettazione di armi nucleari a lungo raggio. Allo stesso tempo, ha aggiunto Stoltenberg, "vediamo una collaborazione più stretta tra Cina e Russia". La Cina, un Paese che "non condivide i nostri valori" e incorre in "violazioni dei diritti umani" o nella "repressione" di proteste, democratici, attivisti o giornalisti, ma allo stesso tempo cerca di "controllare le infrastrutture critiche", come le reti di comunicazione 5G, ha avvertito Stoltenberg.

Al vertice Nato dello scorso giugno a Madrid, gli alleati hanno approvato un nuovo Concetto strategico, la strategia dell'Alleanza per il prossimo decennio, che mette al centro la "sfida" che la Cina pone alla sicurezza. Quello di Bucarest, ha ricordato il ministro degli Esteri romeno, è il primo incontro della Nato ad alto livello in uno Stato del fianco orientale, prima linea di difesa dell'Alleanza dall'inizio della brutale aggressione della Russia contro l'Ucraina. La riunione segnerà una tappa essenziale nell'operatività del nuovo Concetto strategico".

Il mercato azionario della Cina ha chiuso oggi in forte perdita, con l'indice Csi 300 che ha perso l'1,1 per cento dopo un picco negativo del 2,7 per cento: si tratta del peggior risultato dal 28 ottobre scorso. Male anche l'indice Hang Seng di Hong Kong, in calo dell'1,6 per cento. A pesare sui risultati dei titoli tecnologici è anche la decisione di venerdì scorso della Commissione federale per le comunicazioni (Fcc) degli Stati Uniti di mettere al bando sul mercato Usa, per motivi di sicurezza, i prodotti dei colossi cinesi Huawei e Zte e di varare una stretta sull'uso di sistemi di sorveglianza prodotti in Cina. Fattori che hanno, di fatto, vanificato l'effetto della decisione della banca centrale cinese di tagliare dello 0,25 per cento la riserva obbligatoria delle banche, liberando circa 70 miliardi di dollari a sostegno della liquidità dei mercati e dell'economia reale. Oggi anche lo yuan ha perso valore (-1,1 per cento) nei confronti del dollaro, precipitando al livello più basso dallo scorso 10 novembre.

Decine di migliaia di manifestanti scesi nelle strade delle principali metropoli per chiedere la fine della rigida strategia "zero Covid" e le dimissioni del presidente Xi Jinping, eletto soltanto un mese fa dal Congresso alla guida della segretaria generale del Partito comunista cinese.

Ad innescare l'ondata di dissenso è stata la morte di dieci persone in un incendio divampato giovedì 24 novembre al quindicesimo piano di un palazzo residenziale a Urumqi, capoluogo della regione nord-occidentale dello Xinjiang già nota alle cronache internazionali per la repressione della comunità uigura. La tragedia - che secondo molti internauti si sarebbe verificata proprio perché molti inquilini non sono riusciti a scappare a causa dei blocchi attuati nella zona per contenere i contagi - ha innescato duri scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti, che nella notte tra venerdì e sabato hanno chiesto con forza "la fine del lockdown".

Nell'arco di poche ore la protesta si è allargata a macchia d'olio anche nelle metropoli di Wuhan, Canton e Chengdu, dove i manifestanti hanno chiesto "libertà di stampa e d'espressione" e intonato l'Internazionale. I dissidenti hanno esibito fogli completamente bianchi per protestare contro la censura ed evitare l'arresto. Proprio i fogli immacolati sono diventati l'emblema di queste nuove proteste, tanto da essere divenute note sui social network come "rivoluzione degli A4".

Un gruppo di cittadini si è riunito in protesta nel centro di Hong Kong stringendo tra le mani i fogli bianchi diventati simbolo delle contestazioni contro la strategia "zero Covid" in Cina. Lo si apprende da un messaggio su Twitter condiviso dall'attivista di Hong Kong in esilio nel Regno Unito, Nathan Law, secondo cui le forze dell'ordine sopraggiunte sul posto hanno consultato i documenti d'identita' dei presenti. I residenti si sono radunati per commemorare le dieci vittime dell'incendio divampato il 24 novembre nella regione autonoma dello Xinjiang, il cui soccorso sarebbe stato ostacolato proprio dalle restrizioni anti-pandemiche.

Rare scenes of protest in Hong Kong emerged: a group of citizens gathered in Central, the busiest commercial area, and held blank papers. Police arrived and protestors' IDs were marked. It's been a long time since protests are staged in the streets after NSL.
Photo: Ming Pao pic.twitter.com/TfYwVHWbuR

— Nathan Law 羅冠聰 (@nathanlawkc) November 28, 2022

Prosegue l'ondata di arresti in seguito alle proteste contro la politica zero-Covid del governo cinese. Le nuove restrizioni imposte per contenere i contagi hanno portato all'aumento delle proteste di massa in tutto il paese. La rigida politica Zero Covid che costringe larghe fette di popolazione a lockdown improvvisi, estesi e prolungati oltre che a test di massa, non sembra più essere tollerata dalla popolazione. Una protesta che - secondo gli osservatori e i giornalisti internazionali - sta assumendo talvolta toni di critica nei confronti del Partito comunista e anche del leader Xi Jinping. Migliaia di persone sono scese all'alba di oggi in piazza a Shanghai e a Pechino in una protesta mai così partecipata. La rabbia pubblica è aumentata dopo che un incendio si è verificato in un edificio residenziale a Urumqi, la capitale della regione autonoma uigura dello Xinjiang, uccidendo 10 persone il 24 novembre. Molte persone hanno espresso l'opinione che le morti avrebbero potuto essere evitate se il governo non avesse imposto restrizioni per il Covid sul complesso residenziale. Le autorità regionali hanno avviato un'indagine approfondita sull'incendio mortale e hanno promesso di consegnare alla giustizia coloro che sono sospettati di inadempienza.