Fiorello col capello a cilindro, Fiorello con i baffi, Fiorello col ciuffo, Fiorello retto da sette nani. Per festeggiare i 20 anni di Vanity Fair siamo voluti tornare indietro nel tempo e abbiamo chiesto ad alcuni dei più importanti artisti italiani di riguardare con noi tutte le volte che li abbiamo messi in copertina.
Abbiamo portato con noi una scatola rossa, siamo andati a trovarli in ogni angolo d'Italia - da Roma a Venezia, da Bologna e Milano - e a sorpresa gli abbiamo chiesto di aprirla. Dentro hanno trovato le loro cover più belle e i gadget dei servizi fotografici. Un tuffo nel tempo, per il nostro nuovo format inedito «Time Capsule».
Qui iniziamo da Fiorello, per la prima volta in copertina nel 2006 e l'ultima pochi mesi fa. Abbiamo rivisto quindi lo showman indossare una giacca di 17 anni fa. Si è stupito nel rivedersi con la barba: «Era quando facevo la radio e non ti vedeva nessuno, non come oggi».
E poi la cover del 2009, quella del «periodo del ciuffo», la cover per i 20 anni di carriera. Il ricordo delle gag con Mike Bongiorno. E ancora quando lo chiamò Berlusconi a Palazzo Grazioli per dirgli: «Ti prego non andare a Sky. Ormai è storia, ormai è caduta in prescrizione», scherza.
Con Fiorello abbiamo anche parlato di bilanci, nel rileggere le sue dichiarazioni di 15 anni fa: «Mai avrei pensato di campare facendo quello che mi diverte», ci ha confidato. «Mai avrei pensato di comprarmi una casa intera», diceva allora e oggi risponde «l'ho fatto». E questo vale anche per il privato: «Mai avrei pensato di avere una famiglia meravigliosa», le sue parole del passato e quelle di oggi: «Ci sono riuscito».
La sua foto preferita? «Quella in cui sono sdraiato su un letto e faccio delle pallette con la carta e le lancio in un cestino provando a fare canestro. Si tratta di una delle mie fisse: Una delle mie fisse: bevo il caffè, e poi allontano la tazzina a oltre un metro e provo a fare centro».